Si possono battere gli All Blacks? La domanda appare retorica se formulata nel giorno in cui i neozelandesi hanno rifilato 57 punti (a 22) ai Pumas, una delle squadre più in forma del momento. Eppure un modo per battere i campioni del mondo a Hamilton si è visto: bisogna giocare per 80 minuti come l’Argentina ha fatto per mezzora. Facile a dirsi meno a farsi. Mezzora perfetta, nel corso della quale i sudamericani, ecco il segreto, hanno calciato il pallone in gioco aperto una sola volta, con il mediano di mischia Landajo, dopo 16’32” di gioco, un’azione che, peraltro, ha innescato un contrattacco di Savea di quasi 50 metri.
Nel primo tempo (24-19 per la Nuova Zelanda) i Pumas hanno calciato la palla (gioco tattico) solo quattro volte in totale, tre dopo il trentatreesimo minuto, quando la stanchezza ha cominciato a pesare sulle loro gambe e rendere meno efficaci gli attacchi che per tutta la partita avevano orchestrato alla mano: off load, velocità, grande movimento e ricerca dello spazio. Una tattica che combinata con una feroce aggressività sui punti di incontro era riuscita a mettere gli All Blacks sotto pressione obbligandoli e frequenti turnover (saranno 15 in totale). Quando l’Argentina ha perso un po’ di smalto e ha dovuto rifugiarsi nel gioco al piede i neozelandesi hanno ritrovato possesso e fiducia. La meta di Barrett, sul finire del primo tempo, è scaturita da un pallone di recupero che Hernandez aveva calciato in avanti, con i Pumas in riserva dopo tanto lavoro nel corso dei primi 40’.
Nel secondo tempo invece gli argentini hanno calciato 11 volte, dieci delle quali dal 50’ in poi, la mezzora in cui gli All Blacks hanno messo ha segno 5 delle 8 mete. I Pumas hanno cominciato a cedere quando non sono più riusciti a giocare palla in mano: nel secondo tempo hanno concesso 9 dei 14 calci di punizione subiti in totale, hanno mancato 18 placcaggi contro i soli 8 del primo tempo e hanno concesso 7 turnover contro i 2 dei primi 40’.
In definitiva gli “albiceleste” per mezzora hanno mostrato cosa si dovrebbe fare per mettere in difficoltà i Tutti Neri e la strategia, fino al 50’ (24-22), ha funzionato. Il problema è tenere la stessa precisione, la stessa organizzazione, lo stesso ritmo per 80’. La statistiche dicono che è questo il grande problema. Sherlock Holmes direbbe: “elementary Watson”.