Qualche giorno fa, a Londra, gli amministratori delegati di due rilevanti aziende si sono incontrati, hanno firmato un importante accordo che prevede un’alleanza per almeno otto anni con un volume finanziario valutato attorno alle 225 milioni di sterline e hanno annunciato che presto inizieranno ad erogare significative cifre – 2 milioni l’anno – a tutte le loro associate. Nello stesso tempo assicureranno al loro marchio più importante – Ens – una solidità finanziaria, tecnica e occupazionale sempre più accentuata. “Ci
auguriamo che, per il secondo quadriennio dell’accordo, le risorse aumenteranno, ma in questo momento non possiamo dare garanzie al riguardo”, hanno commentato in modo molto serio e responsabile Mark McCafferty, al vertice della Pls (Premiership League Limited), e Ian Ritchie, sulla poltrona più importante della Rfu. Sembrano cronache della City tratte dal Financial Time, sono cronache marziane di un rugby da galassia lontana.
Per chi non lo sapesse o lo avesse dimenticato, è stato Ritchie, dopo il naufragio di dieci mesi fa, a volere Eddy Jones, l’uomo del Grande Slam e della prima serie vinta all’Inghilterra a punteggio pieno in Australia. Dalla nuova alleanza il comandante in capo della Rosa (Ens sta per England National Squad) non potrà che trarre vantaggi: due nuovi periodi di allenamento, a ottobre e a gennaio, con la possibilità di allargare a 45 il numero dei giocatori e un gruppo di selezionati per gli appuntamenti che potrà toccare quota 36.
“L’obiettivo – dice Ritchie – è diventare il primo paese el mondo con la Nazionale e con i club”. Ottime premesse. (G. Cim.)
(Photo by Fox Photos/Getty Images)