Eddie Jones è andato a rimestare nelle braci e nelle bollenti Ceneri che da un secolo abbondante scaldano i rapporti sportivi tra Inghilterra e Australia sia si giochi con una palletta dura da colpire con una mazza piatta, sia con una palla ovale (The Ashes è il nome della tradizionale sfida che australiani e inglesi giocano nel cricket, ndr). Non il è caso di ricordare che il condottiero dell’lnghilterra è australiano. Per la precisione, tasmaniano di mamma giapponese, intenzionato a recitare da profeta in patria.
Jones ha chiesto di avere un colloquio con l’arbitro del secondo test, il sudafricano Craig Joubert, per affrontare i problemi che si sono palesati in mischia ordinata nel primo faccia a faccia. Michael Cheika ha risposto che ovviamente era diritto di Jones farlo, ma che è anche suo diritto essere ammesso all’incontro. “Non è che accada di frequente, ma nessun problema”, ha commentato Steve Bortwick, primo luogotenente di Jones.
Gli “scrum troubles” hanno dominato la settimana dopo lo scontro di Brisbane, vinto dagli inglesi, provocato un giallo per Sio (che sarà rilevato da Slipper) e scatenato l’incontinenza di Joe Marler che, via rete, ha pesantemente offeso Bob Dwyer. Il pilone tatuato non aveva detto che rinunciava al tour per ritrovare calma e serenità dopo averne combinato di tutti i colori, con le mani e con la bocca?
L’arbitro che ha in sorte la partita che può decidere la serie – o riaprirla – è l’uomo che nel quarto di finale mondiale condannò la Scozia inventando la punizione decisiva per i Wallabies a tempo scaduto e subito dopo se la svignò negli spogliatoi. A occhio, più che braci e ceneri, a Melborune gli sta per toccare il magma di un vulcano.