Non aggira una domanda e non dice una banalità. In vista dei suoi primi match interni lontano dall’Olimpico, Gonzalo Quesada prende di petto il primo argomento, che coincide anche con il primo incontro delle Autumn Nations Series 2024 targate Vittoria Assicurazioni, presentate oggi a Milano nella sede della compagnia assicurativa, main sponsor della Federazione. Italia contro Argentina, Georgia e Nuova Zelanda, rispettivamente sabato 9 novembre a Udine, domenica 17 a Genova, sabato 23 a Torino.
«La mia patria è l’Argentina – dice Quesada – e a Udine canterò l’inno argentino. Ma sono anche il ct dell’Italia e da quel momento in poi sarò concentrato al 100% sulla mia squadra. Sappiamo di partire da sfidanti contro i Pumas e, a Torino, contro gli All Blacks (squadre rispettivamente al sesto e al terzo posto del ranking mondiale, ndr). Per questo il match più importante può essere quello di Genova con la Georgia (che nel ranking è 12ª e insegue l’Italia, ottava, ndr). Come è logico, loro vorranno far vedere che meriterebbero di giocare nel Sei Nazioni, e noi dovremo fornire una prova di carattere».
Ma anche le altre due partite… «L’Argentina arriva da tre mesi trascorsi insieme, da una stagione in cui ha battuto Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica. Non è certo un traguardo raggiunto all’improvviso, dal 2012, con l’ingresso nel Championship, hanno continuato a progredire. Io ho allenato i Jaguares, conosco l’80%di questi giocatori e il loro percorso di crescita. Gli All Blacks? Con loro sarà una partita di gala. Un anno fa, quando ero già stato designato come ct, rimasi sorpreso nel vedere gli Azzurri che ai Mondiali avevano subìto 90 punti. Il gruppo di giocatori sarà quasi lo stesso, vorranno dimostrare che quello non era il loro vero volto. Mi aspetto molto dagli ambienti speciali degli stadi in cui giocheremo, spero che ci siano tanti ragazzi che giocano in club del Nord e che sognano di vestire un giorno la maglia azzurra».
L’Italia lo sviluppo del gioco a livello giovanile: «Partiamo dalla considerazione che quasi tutti i Paesi anglosassoni hanno il rugby nelle scuole, e che i ragazzi si allenano su due livelli, non solo con i club. Noi dobbiamo provare a “rubare” un po’ di bambini agli altri sport, convincere i genitori che si può anche fare uno sport che ti porta a sporcare la maglia e a fare qualche lavatrice in più. C’è da fare un lavoro profondo nei club».
Andrea Duodo (foto di Stefano Delfrate)
Il neo-presidente federale Andrea Duodo non parla in termini di risultati, per i prossimi test match, ma di performance, «perché è da quelle che arrivano i risultati». «Non dico che dobbiamo vincere – aggiunge – ma che possiamo farlo, e da questo novembre mi aspetto gare entusiasmanti, grande agonismo e grande spettacolo».
A proposito di stadi, senza nulla togliere all’Allianz “juventino”, non si può fare a meno di ricordare che 15 anni fa per Italia-Nuova Zelanda il Meazza di Milano fece il tutto esaurito. «Cercheremo di riportare il rugby a San Siro – assicura – così come contiamo di far giocare la Nazionale anche nel Meridione. Udine, Genova e Torino sono state scelte per un triennio dal precedente consiglio federale, e ritengo la scelta condivisibile. Ma certo l’opzione Sud è tra i nostri obiettivi e non mancano le strutture adeguate».
L’intervista a Quesada è stata realizzata Norberto “Cacho” Mastrocola
La foto del titolo è di Stefano Delfrate