Se Jordie Barrett ha scelto il Leinster e l’Irlanda, la ragione va cercata in una storia che Allrugby ha narrato qualche tempo fa e che è il caso di riesumare.
La famiglia Barrett non c’entra niente con l’omonimo film del ’34 (interpreti, Fredric March e Norma Shearer) sull’amore – letterario e non solo – tra Elisabeth Barrett e Robert Browning, protagonisti di una memorabile fuga d’amore nella Firenze risorgimentale.
La nostra famiglia Barrett è quella generata da un altro amore, di sapore campagnolo e pastorale, quello tra Kevin detto “Smiley” (il sorridente Kevin) e Robyn: i maschi sono Kane, Blake, Beauden, Scott e Jordie; le femmine, Jenna, Zara ed Ella. Una raffica di otto figli: se Kevin fosse nato ai tempi del Capoccione di Predappio, avrebbe avuto lo stemma con i rami di quercia da portare all’occhiello. L’imponente numero della prole è l’unico aggancio con l’altra famiglia Barrett: Elisabeth aveva dodici fratelli.
I Barrett del rugby sono di Taranaki: per quella selezione provinciale, tra le più generose nella storia del gioco, Kevin ha giocato 167 partita e ha fatto in tempo, nei suoi giorni migliori, a dare una sostanziosa mano, per due stagioni, ai giovani Hurricanes, diventati la squadra di Beauden e di Jordie. Nel ’99 “Smiley” ha deciso di dare una svolta che qui da noi suonerebbe impensabile: ha facilmente convinto Robyn e, fatti i bagagli, che comprendevano anche cinque figli, i magnifici sette sono partiti per atterrare dall’altra parte del mondo. Destinazione, Ballinacree, contea di Meath, Leinster, Irlanda, appena a nord di Dublino, conosciuta anche come la “contea reale” perché nel suo territorio c’è Tara Hill. Niente a che fare con Via col vento, naturalmente: la collina di Tara è l’Olimpo di re irlandesi che si perdono nelle nebbie del mito e nel profumo di antiche glorie.
In Irlanda i Barrett fanno quello che facevano in Nuova Zelanda: portano avanti una fattoria. Il rugby, come la forza, scorre ancora robusto nelle vene di Kevin che accetta le offerte dei Buccaneers, campo di casa ad Athlone, nel centro spaccato dell’isola. I bambini – Kane, Beauden e Scott – vanno alla St Fiach School e imparano a giocare a quello che per gli irlandesi, più che uno sport, è una radice storica e culturale, un simbolo di indipendenza e di libertà dai padroni inglesi che infatti l’avevano proibito: il calcio gaelico. Tanto per far due esempi di contemporanei, Rob Kearney e Simon Zebo hanno cominciato così, e si vede quando raccolgono la palla al volo.
Ha cominciato così anche il piccolo Beauden che gioca per la scuola (beati i paesi dove si fa sport a scuola) e che a nove anni diventa con il St Brigid (Brigida è una delle sante irlandesi più venerate) un tesserato della GAA, Gaelic Athletic Association, che riunisce chi pratica il calcio, l’hurling e il camogie, versioni maschile e femminile di un hockey su prato con mazze che sembrano le armi spezzaossa del leggendario Cuchulain, l’Ercole dell’isola verde. Vecchi amici di famiglia originari di Ballinacree ricordano il bambinello che amava giocare scalzo. Il costume è piuttosto radicato in Nuova Zelanda e non comprende solo l’attività sportiva, ma larga parte dell’esistenza: si risparmia e ci si dota di piedi forti.
Beauden Barrett si prepara a calciare sotto lo sguardo di Ian Foster (Photo by David Ramos – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
Una dozzina d’anni dopo il ritorno della famiglia nelle campagne attorno a New Plymouth e l’arrivo di una serie di cicogne che equilibrano la componente femminile della famiglia, Beauden indossa la sua prima maglia All Black – il numero d’ordine è il 1115 – in un match estivo (invernale per i kiwis) contro i verdi con trifoglio giocato a Hamilton. Entra dalla panchina e segna 9 dei 60 punti con cui gli irlandesi vengono martellati. Traduzione dall’efficace inglese “hammered”. Sarà un caso o un segno del destino, ma con l’Irlanda aveva giocato la sua prima partita in nero Richie McCaw, il capitano dei capitani.
Beauden, Scott e Jordie, a oggi, hanno collezionato in totale 249 caps con la maglia dei Tuttineri (rispettivamente 123, 69 e 57), 41 volte hanno giocato insieme.
Jordie arriverà a Dublino a dicembre 2024 e resterà nella capitale irlandese fino alla fine della stagione.
Nella foto di apertura Jordie Barrett con le padre Kevin e la mamma Robyn (foto All Blacks)