“La vittoria? La difesa sulle 24 fasi consecutive della Scozia a tempo scaduto senza fare fallo”. Michele Lamaro, capitano azzurro non fa trasparire la gioia della vittoria, resta lucido nell’analisi. “Il nostro è uno sport semplice, lo scopo è mettere pressione sull’avversario e sfruttare gli errori”. E non farne, come nelle 24 fasi finali: un calcio avrebbe dato la vittoria agli scozzesi. (Leggi qui L’Italia s’è desta)
“Ho visto qualcuno piangere, dopo, ed è bello, ma dobbiamo approfittare di questo momento per andare ancora avanti”. Gonzalo Quesada sorride, alla quarta partita nel Sei Nazioni ha centrato la prima vittoria dopo il pareggio di domenica scorsa a Lille, un ruolino di marcia niente male. “Penso che il merito più grande sia dei giocatori, di un gruppo di leader che fa un lavoro straordinario. Sono fiero del tempo che ho passato a convincere i giocatori del progetto che avevamo in mente, di quelle riunioni a Verona quando ho parlato con tutti, a gruppi”.
E ancora: “Abbiamo un gruppo di pazzi e il capitano è il più pazzo, un caso insanabile. E sono allenati da chi è pazzo una volta e mezzo loro. Ma tutti danno il 100% negli allenamenti, tutti lavorano insieme al progetto che abbiamo in mente”.
“Questo è stato un piccolo step – dice ancora Lamaro – dobbiamo dare continuità e consistenza al nostro lavoro, e non vogliamo arrivare ultimi. Oggi festeggiamo ma da domani pomeriggio ricominciamo a pensare al Galles. Dopo Cardiff potremo tirare le somme”.
“Vai in campo e sii te stesso, fai quello che sai fare e tutto andrà bene”. “Sii te stesso”, la libertà che ognuno vorrebbe consegnata dai genitori. Louis Lynagh è fortunato due volte. Gli hanno detto la stessa cosa suo padre Michael Lynagh, monumento del rugby australiano, apertura della squadra che vinse la Coppa del mondo del 1991, e il ct azzurro Gonzalo Quesada. “E’ stato un esordio straordinario, sono felice di far parte di questo gruppo, di essere arrivato alla nazionale italiana”, dice ancora emozionato. La meta? “Alla fine del primo tempo ci siamo detti nello spogliatoio che loro lasciavano sempre spazio dietro la linea e che potevamo attaccarli lì. Paolo Garbisi ha fatto quel calcetto perfetto e mi sono fiondato sopra, ho avuto anche fortuna perché la palla è rimbalzata nelle mie mani”. La fortuna te la costruisci anche, Lynagh ha schiacciato in meta con uno scozzese attaccato alle spalle.
Nella foto di apertura la meta di Louis Lynagh (Foto Stefano Delfrate)