Una volta i gallesi che volevano metter le mani sui quattrini “andavano al Nord” e sceglievano la Rugby League. Anche Louis Rees Zammit ha optato per una League ma non è quella del rugby a XIII.
Ieri, annuncio shock: a nemmeno 23 anni – arriveranno il 2 febbraio – e nel giorno dell’annuncio della squadra che sta per affrontare il 6 Nazioni, l’ala del Gloucester, del Galles, dei Lions ha chiuso con il passato: andrà in Florida, alla Nfl International Player Pathway, quella che può esser definita un’accademia per conquistare un posto in una squadra della corporazione della palla ovale americana.
“Sono fiero per quello ho fatto con il Gloucester e, da orgoglioso gallese quale sono, con la nazionale del mio paese, ma questo era il momento giusto per una scelta. Oggi ho un nuovo obiettivo ed è quello di realizzare un sogno che ho sempre avuto”.
Rees Zammit, a segno contro l’Edimburgo nell’ultimo match giocato con il Gloucester, non è il primo a cercare fortuna e denaro nella Nfl. Poco più di quarant’anni fa Naas Botha accettò l’invito dei Dallas Cowboys e disputò un paio di stagioni come specialista dei calci piazzati, il ruolo meno pagato nella Nfl.
Lo stesso percorso di Louis, nel 2018, tentò Christian Wade, ala dei Waps e dell’Inghilterra (due cap contro l’Argentina nel 2013, prima di essere chiamato a completare la rosa dei British and Irish Lions in tour in Australia nella stessa estate). Wade tuttavia non riuscì mai a conquistare un posto ufficiale nella squadra dei Buffalo Bills (nella foto) e nel 2022 tornò al rugby nel Racing 92.
Poca fortuna ebbe anche Renaldo Nehemiah, primatista mondiale dei 110hs, che definì “dolorosa” la sua esperienza ai San Francisco 49ers.
Unica rimane l’avventura di Bob Hayes, campione olimpico dei 100 e della 4×100 ai Giochi di Tokyo del 1964: con i Dallas Cowboys conquistò il SuperBowl nel 1970 e, formidabile wide receiver per stazza e per velocità, obbligò alla creazione di nuove tattiche difensive. In realtà, Hayes, nativo di Jacksonville, era già da studente un giocatore di football “prestato” all’atletica. Rimane memorabile una raccomandazione del presidente Lindon Johnson al suo allenatore dell’epoca. “Vacci piano con Bob: deve vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi”.
il podio dei 100 metri a Tokyo, da sinistra: il cubano Figuerola, Bob Hayes e il canadese Jerome.
Ora ci prova Louis che, pronto al decollo, ringrazia tutti. “Non siamo stati abbastanza abili nel riuscire a trattenerlo – dice Alex Brown, già seconda linea dell’Inghilterra e director of rugby a Gloucester – ma le porte di Kingsholm saranno sempre aperte per lui”.
La linea di sangue maltese che corre nelle sue vene ha avuto la meglio: Louis è l’avventuriero dello sport dei nostri giorni. Corto Zammit.
Nella foto del titolo, Lousi Rees Zammit ai Mondiali con la maglia del Galles contro l’Argentina (foto di Michael Steele, World Rigby/World Rugby via Getty Images)