A ventisei anni Gabriele Venditti scende in Serie A.
Giocatore dai mezzi fisici eccezionali, due metri per 127 chili, Venditti torna a vestite la maglia del Calvisano, dopo aver trascorso due stagioni alle Zebre (11 partite, una meta, contro gli Sharks, un anno fa) e dopo aver regalato a tanti l’illusione che anche il rugby italiano fosse in grado di produrre giocatori con quella stazza e quelle caratteristiche fisiche che spesso invidiamo agli stranieri.
Approdato nel 2015 all’Accademia Ivan Francescato, nel 2016 si mise in evidenza nel Sei Nazioni con la Nazionale U20.
Poi dalle Fiamme Oro Junior passò alla Lazio e in seguito al Calvisano, con cui vinse lo scudetto, l’ultimo dei gialloneri. Poi il passaggio alle Zebre nel 2021, dopo un’apparizione da permit player la stagione precedente contro il Munster.
Una carriera tormentata da infortuni, qualche incomprensione di troppo, il risultato è il ritorno – part time – a Calvisano dove era stato per quattro campionati consecutivi.
“Ho solo 26 anni, sono convinto di avere ancora possibilità per il futuro – dice – Calvisano mi ha dato questa opportunità, nel frattempo valuto diverse opzioni all’estero, sono convinto di potermela ancora giocare. So che su di me c’erano grandi aspettative, a ottobre di due anni fa ero stato convocato con la Nazionale, sicuramente quando le cose vanno in una certa maniera le responsabilità non sono di uno solo, io mi prendo le mie. Adesso voglio pensare a tornare a giocare”.
Venditti con la sua stazza sarebbe stato il numero 4 ideale per una formazione azzurra che in quel ruolo, di fatto, ha solo Niccolò Cannone.
Gabriele ha fisico, velocità e tecnica. Quello che è mancato lo sanno lui e i tecnici dei club nei quali ha giocato. Per ora ci hanno perso tutti. Peccato.
Nella foto di Stefano Delfrate, una carica di Venditti contro il Rovigo nel 2018