Partita senza storia, indirizzata dagli All Blacks nel modo che volevano già al 17’ con la meta di Jordie Barrett, dopo quella all’11’ di Will Jordan, e chiusa nei due minuti a cavallo del riposo con le mete di Frizelll, prima dell’intervallo, e di Aaron Smith al rientro delle squadre dagli spogliatoi.
A quel punto i Pumas avevano speso gran parte delle loro energie attaccando ripetutamente, fase dopo fase, senza riuscire a raccogliere più di 6 punti, due punizioni di Boffelli.
Pochi dati per fotografare la diversa consistenza delle due squadre: l’Argentina ha effettuato 150 cariche palla in mano, avanzando complessivamente per oltre mille metri (1.046). Gli All Blacks hanno portato palla in 164 azioni, sono avanzati 1.098 metri, ma hanno sfondato 50 volte, il doppio dell’Argentina (26). Infine la statistica più importante di tutte: I Pumas hanno raccolto meno di un punto (0,67) per visita nei 22 avversari dove hanno trascorso 4 minuti in totale (42 fasi). i neozelandesi: 10 visite sotto i pali dell’Argentina. media 4,40 punti a visita.
Morale: i Pumas si sono sfiniti andando a sbattere sulla difesa avversaria come mosche sul vetro. La Nuova Zelanda ha avuto la pazienza di attenderli senza farsi prendere dal panico, ha assorbito le loro cariche senza concentrare troppi giocatori sui punti di scontro e ha forzato il turnover solo quando ha avuto la sicurezza di non incappare in un fallo e di poter provare a recuperare con successo il pallone. Al 50’ con gli All Blacks in vantaggio 34-6 la partita era di fatto finita.
La due mete finali di Will Jordan, sommate a quella del primo tempo, hanno portato l’ala dei Crusaders a quota 8 nel torneo, record della Coppa del Mondo alla pari con Jonah Lomu, Bryan Habana e Julian Savea. Jordan avrebbe potuto diventare il miglior marcatore del Mondiale se Mo’unga nel finale del match gli avesse passato il pallone della quarta meta invece di tentare, peraltro senza successo l’azione individuale.
Pressoché identico il numero di placcaggi cui sono state costrette le due squadre (193 e 195), ma i Pumas ne hanno mancati 50, i neozelandesi la metà, 26.
Nella foto una carica di Juan Martin Gonzalez placcato da Aaron Smith (Michael Steele – World Rugby/World Rugby via Getty Images)