NelleTutto è bene quel che finisce bene. Con i cinque punti conquistati contro la Namibia l’Italia si assicura la momentanea testa della POOL A, addirittura davanti a Francia e Nuova Zelanda, che dopo il match di venerdì sera, sono rispettivamente a quattro e zero punti in classifica: altri cinque punti, il 20 settembre con l’Uruguay, e la vertigine della vetta potrà durare per gli Azzurri fino a fine mese, quando, il 29, a Lione, affronteranno gli All Blacks.
A un calendario così, l’Italia non poteva chiedere di più: due partite abbordabili (ma l’Uruguay lo sarà molto meno della Namibia), per arrivare ad affrontare da primi della classe le due grandi corazzate del girone. Poi quel che sarà sarà.
Allo stadio Geoffrey Guichard di Saint Etienne l’Italia ci ha messo un tempo per togliersi di dosso la ruggine della lunga preparazione estiva. Faceva molto caldo e le attenuanti ci sono, rompere il ghiaccio con più di trentacinque gradi, all’una di una giornata ancora d’estate era un modo di dire.
Due mete nel primo tempo (17-8), cinque nella ripresa, il risultato finale (52-8) dice che gli Azzurri si sono imposti con oltre quaranta punti di margine. Nel 2019 il divario fra le due squadre fu di 25 (47-22).
Si fa un passo alla volta, ma la prestazione dell’Italia va letta soprattutto in prospettiva futura.
Nel primo tempo alla formazione di Crowley è mancata la capacità di dare continuità alle azioni, con poche occasioni di andare al di là della linea del vantaggio. La difesa aggressiva dei Namibiani toglieva spazio all’attacco azzurro, incapace di muovere a largo il pallone. Capuozzo, all’ala, non ha avuto di fatto alcuna occasione: le mete, entrambe in superiorità numerica per il giallo a Van Jaarsveld, sono arrivate, in spinta da touche con Lorenzo Cannone, e per merito di Paolo Garbisi, bravo ad approfittare di uno svarione degli avversari in touche. La Namibia non si è arresa e ha segnato l’unica meta del suo match in 14 contro 15.
Nella ripresa, complice il calo della formazione di Coetzee, per gli Azzurri si sono aperti spazi significativi, dei quali l’Italia ha saputo approfittare spostando Allan all’apertura, con Paolo Garbisi 12 e Capuozzo estremo.
Le mete sono fioccate soprattutto nel finale con i namibiani incapaci di contrastare il gioco azzurro in velocità.
“Se mi aveste detto prima del match che avremmo segnato 50 punti li avrei sottoscritti senza esitazione” – ha detto dopo la partita Kieran Crowley – era la prima partita del Mondiale e tutti si impegnano al massimo e cercano di fare bella figura”.
Unanime il coro degli Azzurri: “ci abbiamo messo un tempo a ingranare, ma sapevamo che a un certo punto loro avrebbero cominciato a calare”.
Nella foto (Daniele Resini/Fotosportit), il volo di Ange Capuozzo in meta.