Mario Diani dalla Nuova Zelanda
Il bilancio dell’ultimo weekend non può non aprirsi con quella che è per noi LA NOTIZIA: per la prima volta nella storia una squadra italiana seniores si qualifica ai quarti della coppa del mondo! Ci arriva peraltro in maniera sofferta, battendo il Giappone con estrema fatica in quella che è certamente la peggiore prestazione delle Azzurre degli ultimi tempi (“inaccettabile per una squadra con le nostre ambizioni”, l’ha definita dopo la partita Andrea Di Giandomenico). Tra le note positive la difesa, eccellente tranne che in occasione della meta della Hosokawa che al 30’, dopo un lungo periodo di pressione giapponese, pareggia temporaneamente la meta iniziale di Maria Magatti (propiziata da un gran buco di Aura Muzzo). Tuttavia, pur dando l’impressione di essere di caratura superiore, l’Italia non riesce a staccare le giapponesi. Soffre il miglior gioco al piede del Giappone, ma soprattutto la sua aggressività al breakdown (benevolmente arbitrato – dal punto di vista nipponico – da Cogger-Orr). Dopo una serie di punizioni calciate da Sillari che mantengono l’Italia in vantaggio il break arriva solo al 78’ con la meta di Bettoni. Dopo la trasformazione di Sillari c’è solo il tempo di portare la palla fuori e godersi quello che è a tutti gli effetti un momento storico. Non sarà stato bello, ma come dicono gli anglosassoni, “a win is a win is a win”,,,Con nove punti complessivi l’Italia si piazza davanti all’Australia e dietro alla Francia nella classifica avulsa delle seconde classificate. Affronterà pertanto le transalpine nel quarto di finale previsto per il prossimo weekend.
L’Australia se la vedrà invece con l’Inghilterra dopo la vittoria contro il Galles nella partita che a Whangarei ha dato avvio al weekend. Partita combattuta con l’Australia che chiude il primo tempo avanti 10-7 – avrebbe dovuto essere un vantaggio più cospicuo non fosse per l’eccellente lavoro difensivo dell’arbitro Sara Cox, che “intercetta” un passaggio del mediano australiano con un overlap di quattro contro uno al largo. L’Australia soffre meno del previsto la mischia chiusa gallese anche grazie ad alcune uscite rapide del potente terza centro Hamilton (player of the match; in vista anche la seconda linea Kemp). A parte una fase di sostenuta pressione verso la metà del tempo, che porta alla segnatura del numero 8 Harris, il Galles subisce la pressione australiana. Ripresa in cui l’Australia domina più di quanto non suggeriscano le statistiche, senza però riuscire a creare un gap con le avversarie. Ironicamente l’unico cartellino giallo lo riceve le Wallaroos mentre Cox si rivela ancora più tollerante di Munarini verso l’indisciplina gallese (19 falli in tutto delle gallesi; vedremo se i commentatori anglosassoni le riserveranno la stessa attenzione che hanno indirizzato alla nostra Clara dopo Scozia-Galles). Fatto sta che, anche grazie alla decisione delle australiane di non calciare alcune punizioni elementari, alla fine il Galles conquista il punto di bonus che gli garantisce un nuovo appuntamento nei quarti con la Nuova Zelanda.
A questo punto infatti l’unico risultato che potrebbe portare all’eliminazione gallese è una vittoria della Scozia contro la Nuova Zelanda. Con buona pace delle dichiarazioni pre-partita, l’ipotesi si rivela puramente accademica. Usando al meglio la loro strapotenza fisica, le Black Ferns segnano quattro mete in 17 minuti (la prima meta dopo meno di due), chiudendo la partita sul 24-0. Dopo dieci minuti di discreta pressione scozzese, peraltro senza conseguenze, il dominio totale neozelandese ricomincia con altre tre mete. A conferma del fatto che piove sempre sul bagnato, anche l’arbitro Groizeleau ci mette del suo concedendo – contro l’opinione del TMO – una meta originata da un passaggio che ai più era parso avanti di mezzo metro. Non che tra 45-0 e 38-0 corra una gran differenza, ma colpisce la diversità di lettura all’interno della stessa squadra arbitrale. Il secondo tempo vede lunghi periodi di pressione delle scozzesi, senza fortuna anche quando si trovano in superiorità numerica per un cartellino, intervallati da due segnature neozelandesi che portano al 57-0 con cui si chiude – con molti rimpianti per quanto accaduto nelle prime due giornate – la RWC della Scozia.
Infine, nell’ultima partita della giornata Francia e Figi danno vita ad un incontro ricco di errori ed imprecisioni, che non riesce mai a decollare. La Francia impone gradualmente la sua superiorità ma esprime solo a tratti una manovra in attacco realmente fluida, nonostante la classe della mediana Bourdon-Tremouliere. Le francesi però riescono molto bene a togliere spazio agli attacchi figiani attraverso una difesa molto accorta. Chiuso sul 20-0 il primo tempo, le transalpine devono aspettare sino al 57’ per il punto di bonus, grazie alla seconda meta del centro Filopon. La sostituzione dell’intera prima linea dà nuovo impulso alle francesi, che marcano altre tre mete, chiudendo il match con la meta del pilone Domain, esordiente in coppa del mondo. Questo risultato porta la Francia ad 11 punti, cementandone la posizione come migliore seconda a prescindere dai risultati che si potranno verificare negli incontri della poule B.
La posizione finale dell’Italia nel ranking ai fini della definizione dei quarti dipende in realtà anche dall’esito dello scontro tra Canada ed USA, che segue Giappone-Italia nella giornata di domenica. Una vittoria con bonus degli USA complicherebbe infatti notevolmente la classifica del girone. Il Canada parte forte segnando due mete ma poi gli USA rientrano in partita con un’altra meta di Kelter, anche oggi schierata a centro. Dopo un’altra meta canadese per il 19-7 che chiude il primo tempo, gli USA esercitano una forte pressione vanificata però da falli e diverse touches sprecate in ottima posizione. Il Canada sopporta la sfuriata e al 60’ chiude di fatto il match con la sua solita, micidiale rolling maul da penal touche, assicurandosi il bonus offensivo. La supremazia canadese in touche è tale che nel finale gli USA giocano al piede alcune punizioni nei 22 avversari che altrimenti sarebbero state destinate ad una penal touche. La partita si riaccende con la seconda meta statunitense a 10’ dal termine, ma il Canada alla fine la porta a casa, aggiungendo un’ulteriore segnatura in chiusura per il 29-7 finale. Grazie a questa vittoria, che assicura il secondo posto dietro alla Nuova Zelanda nella formazione dei quarti, il Canada si ritroverà con gli Stati Uniti a distanza di una settimana – un’altra riproposizione dell’incontro del girone, insieme a Galles-Nuova Zelanda, un altro esito discutibile della formula a 12 squadre che fortunatamente sparirà dalla prossima edizione.
Nell’incontro che chiude non solo il weekend, ma l’intera fase a gironi, le “seconde scelte” (si fa per dire…) dell’Inghilterra ci mettono più del previsto a carburare contro il Sudafrica, raggiungendo il punto di bonus tramite quattro mete di forza bruta degli avanti “soltanto” (anche qui fa per dire) al 33’. Un’altra meta degli avanti fissa il 29-0 con si chiude un primo tempo in cui due cartellini non hanno certo aiutato la già zoppicante causa sudafricana. Il traffico a senso unico riprende ad inizio ripresa con un’altra meta da driving maul degli avanti, dopodiché le cateratte (le “floodgates” come direbbero gli inglesi) si aprono e la partita diventa un monologo inglese. Finisce 75-0 al suono di Swing Low Sweet Chariot, nel tripudio dei sudditi di King Charles.
Nella foto, di Matteo Ciambelli/Getty Images, Sofia Stefan portata a terra.
La composizione dei quarti di finale
Whangarei, sabato 29 ottobre
Francia v Italia (5.30 ora italiana)
Nuova Zelanda v Galles (8,30)
Auckland, domenica, 30 ottobre
Inghilterra v Australia