Conor O’Shea è stato ufficialmente sulla panchina dell’Italia dalla metà di maggio del 2016 al 18 novembre del 2019.
In questi 42 mesi, con lui al comando, gli Azzurri hanno disputato 40 partite, vincendone 9 e perdendone 31 (tasso di successo pari al 22,5%)
La media dei punteggi in campo, durante la sua gestione, è stata 34-18 per i nostri avversari (4 mete a 2), ma il dato peggiora se viene riferito al solo Sei Nazioni: 15 partite, nessuna vittoria, media 38-14 (5 mete a 2).
Jacques Brunel chiuse le sue 50 partite con 11 vittorie e 39 sconfitte; media 29-16 (3 mete a 1)
Nick Mallett: 9 vittorie in 42 partite; media 27-14 (anche lui 3 mete a 1)
Pierre Berbizier, 31 partite, 13 vittorie, un pareggio, media 26-24 a favore dell’Italia (mete 3-3), è l’unico dal 2000 in poi ad avere una media in attivo.
Nelle sue 40 partite O’Shea ha fatto esordire 29 giocatori, Brunel 43, Mallett 27, Berbizier (in sole due stagioni) 19. Degli esordienti di Berbizier, due (Zanni e Ghiraldini) erano ancora presenti nella lista dei 31 del Mondiale in Giappone, due anche quelli di Mallett (Tebaldi e Benvenuti).
Dei suoi 29 esordienti O’Shea ne ha portati alla Coppa del Mondo 14.
Di tutti i giocatori utilizzati nell’arco del suo periodo alla guida dell’Italia, quello con più presenze è Lovotti, 34, davanti a Steyn 33 e Allan 32. Dieci sono arrivati al massimo a cinque partite: Tuivaiti, Chistolini, Bernabò, Barbieri, Barbini, Lazzaroni, Meyer, Zanon, Zilocchi e Giammarioli.