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Con la sconfitta di misura contro la Scozia, 16-17, le quattro mete alla Nuova Zelanda e la vittoria sull’Irlanda, per la prima volta nella sua storia l’Italia si qualifica fra le prime otto al Mondiale U20.

È il primo segnale positivo dopo tanti anni di magra. Ed è forse anche il segnale che non tutto quello che è stato fatto nelle passate stagioni è stato fatto male.

La squadra che oggi ha conquistato la permanenza nella prima fascia del Mondiale U20, evitando di doversi giocare la salvezza nel play out delle ultime quattro al quale accedono Samoa, la Georgia, l’Argentina e l’Irlanda è la ex U18 di Massimo Brunello, la “classe 1997” che nel 2015 batté il Galles e l’Irlanda e l’anno prima aveva sconfitto l’Argentina a Rio Cuarto.

Tredici dei ventitré a referto contro la Scozia hanno frequentato l’accademia di Parma e una dozzina hanno disputato l’ultimo campionato di Eccellenza, nel Calvisano, nella Lazio, nel San Donà, nei Lyons Piacenza, nel Mogliano, nel Viadana.

Insomma, il meccanismo, pur tra alcune difficoltà ha funzionato e oggi si può dire che tra gli Emergenti in trasferta in Uruguay e gli U20 che stanno disputando il Mondiale in Georgia c’è un gruppo di nuove leve (Krumov, Negri, Pettinelli, Lucchin, Minozzi, Riccioni, Licata, Rizzi, Zanon, Trussardi, Lamaro, Cioffi) che nel giro di due o tre stagioni possono portare nuova linfa alle franchigie e alla Nazionale.

Per carità, lo sport vive di episodi: il calcio di punizione mancato dall’Irlanda all’80’ che ha permesso agli Azzurri di vincere la partita di esordio di questo Mondiale, la sconfitta imprevedibile dei Pumitas con un margine oltre cinquanta punti contro il Sudafrica che ha relegato l’Argentina al nono posto.

Purtuttavia oggi è un giorno da festeggiare e il presidente federale Alfredo Gavazzi promette che i questi nuovi talenti d’ora in poi avranno percorsi individuali personalizzati, allo scopo di non disperdere nessuno dei talenti e delle energie che abbiamo accumulato.
Nei prossimi mesi saranno le Zebre e il Treviso a raccogliere questo testimone, finora sono state l’anello mancante, d’ora in poi tocca a loro.

 

Nella foto. Una carica di Danilo Fiscchetti, in Scozia – Italia dello scorso marzo a Cumbernauld (Foto Di Daniele Resini – Fotosportit)

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