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Ancora più ricco di dramma rispetto al match di Twickenahm, anche se di caratura tecnica inferiore, era stato l’incontro di Edimburgo che aveva aperto il pomeriggio. Anche lì c’era molto in gioco: per la Scozia si trattava di ricuperare un po’ di fiducia avendo già fallito l’obiettivo dichiarato della stagione, vale a dire, tre vittorie casalinghe; per l’Irlanda invece si trattava di conquistare il terzo successo su tre incontri in trasferta e consolidare un terzo posto comunque molto probabile, viste le differenze punti.

Alla fine l’Irlanda è riuscita a perdere una partita in cui ha avuto il 62% del possesso e il 60% del territorio (il dato del primo tempo era addirittura 72% e 64%), in cui ha guadagnato 600 metri contro i 200 scozzesi, e ha costretto le avversarie a 232 placcaggi contro 85. La Scozia si è battuta eroicamente, superando senza danni due periodi in inferiorità numerica (segnando anche in una meta), e traendo il massimo dalle sue occasionali visite nei 22 avversari. L’hanno certamente aiutata la frenesia delle irlandesi, che le ha portate a sprecare numerose opportunità vicino alla linea scozzese, e anche la stringa di incidenti che le ha colpite: già prive delle terze linee King e Wafer, hanno dovuto rinunciare nel corso del primo tempo alle altre terze Wall e McMahon. Rappresentativa dell’intera partita la seconda meta scozzese, arrivata allo scadere della prima frazione: dopo un periodo di pressione sostenuta sulla linea scozzese, in cui il pilone Djougang è stata tenuta alta due volte, un provvidenziale intercetto della seconda linea Bonar ha riportato il gioco sotto i pali irlandesi. Il possesso è stato ricuperato in qualche modo dalla difesa irlandese, ma a tempo già scaduto invece di calciare in pallone morto dalla sua area di meta l’apertura O’Brien ha sciaguratamente tentato (senza riuscirci) la liberazione lunga: sul contrattacco scozzese il centro Orr è andata in meta per il primo vantaggio della sua squadra. Altrettanto cruciali gli ultimi istanti del secondo tempo: uno dei rari momenti di controllo del territorio da parte scozzese ha portato alla penaltouche da cui è partita l’azione conclusa al largo dall’ala McGhie. Il 26-19 con cui si è chiuso l’incontro sicuramente stimolerà molte riflessioni autocritiche sulla gestione della partita da parte delle ragazze di Scott Bemand.

Scozia – Irlanda 26-19 (12-7)

Marcatrici: 10’ Costigan meta trasformata O’Brien (0-7), 25’ Skeldon meta (5-7), 40’ Orr meta trasformata Nelson (12-7), 48’ Djougang meta (12-12), 57’ McLachlan meta trasformata Nelson (19-12), 71’ Lane meta trasformata O’Brien (19-19), 80’ McGhie meta trasformata Nelson (26-19).

Cartellini: 48’ giallo Lloyd (Scozia), 69’ giallo Nelson (Scozia).

Scozia:   Rollie; Lloyd, Orr, Thomson, McGhie; Nelson, Brebner-Holden; Bartlett, Skeldon, E Clarke; Jade Konkel, Sarah Bonar; Malcolm (cap), McLachlan, Gallagher. A disposizione:  Martin, Young, Poolman, Boyd, Bell, R Clarke, Wills, Scott.

Irlanda: Corey; Kinlan, Dalton, Breen, Costigan; O’Brien, Scuffil-McCabe; O’Dowd, Jones, Djougang, Campbell, Tuite, Wall, McMahon (cap), Hogan. A disposizione: Moloney, McGrath, Haney, Clohessy, Boles, Lane, Higgins, Flood.

Arbitra: Natarsha Ganley (NZR).

Nella foto del titolo l’irlandese Amee-Leigh Costigan segna la prima meta del match (©INPHO/Ben Brady)

 

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