
Per l’Italia la partita con il Galles si presentava per molti versi come quella più delicata del torneo. “Delicata” perché una sconfitta avrebbe potuto anche significare l’ultimo posto, visto il risultato della Scozia contro l’Irlanda, mentre un successo avrebbe permesso di tornare a celebrare due vittorie nella stessa edizione (dopo il secondo posto del 2019 è accaduto una sola volta, nel 2022). “Delicata” perché la squadra era chiamata a confermare i progressi sostanziali evidenziati contro Scozia e Francia, mostrando una continuità di prestazione che non è – diciamolo – così frequente nelle selezioni italiane, a prescindere dal genere. “Delicata”, soprattutto, perché per la prima volta quest’anno si arrivava all’incontro da favorite, e c’era da vedere quale effetto questo avrebbe avuto sull’approccio mentale delle giocatrici.

Al fischio d’inizio, confermando il suo profilo “da diesel”, per usare un’espressione di Elisa Giordano, l’Italia ci mette un po’ a prendere le misure delle gallesi, ma poi annichilisce le avversarie con un parziale di 34-0 nell’ultima mezz’ora che non ammette repliche.
Il primo tempo conferma l’aspettativa della vigilia circa una partenza forte del Galles, che per la verità non costruisce molto, ma sfrutta alcune delle opportunità offerte dagli errori italiani. I primi dieci minuti vedono una costante presenza delle gallesi nella nostra metà campo. Alla fine la pressione paga: dopo un fallo al breakdown e la risultante touche a 5 metri il drive funziona e Williams schiaccia per la prima segnatura dell’incontro. L’Italia reagisce, Stefan imbecca Madia con un calcetto a scavalcare, sugli sviluppi dell’azione un grubber ancora di Madia crea una touche a 5 metri; Duca, premiata come “player of the match” ruba, ma Veronese commette in avanti con la linea a pochi passi. Le azzurre insistono, Seye e Veronese sostengono bene una penetrazione di Duca e Stefan vola in mezzo ai pali per il vantaggio italiano.

Un’altra buona occasione viene sprecata con un lancio impreciso ma poco dopo un fallo delle gallesi dà a Sillari l’opportunità di allungare. Un inutile fuorigioco di Mannini su in-avanti di Ostuni riporta però il Galles in zona rossa al 28’. Questa volta la difesa sul drive funziona bene e l’Italia conquista la mischia. Un fallo contro Seye in chiusa rimette il Galles in attacco al 37’. La difesa regge bene ma un altro inutile fallo concede un’ulteriore chance alle ospiti che allo scadere del tempo sfondano. La trasformazione di Bevan manda il Galles negli spogliatoi con un vantaggio minimo, e sostanzialmente imputabile alla fallosità delle azzurre.

La ripresa riflette invece – finalmente – le differenze al momento esistenti tra le due squadre. Nei primi minuti pare ripetersi il canovaccio del primo tempo, con alcune buone iniziative italiane vanificate da errori di controllo del pallone. Serve infatti un altro piazzato di Sillari al 48’ per rimettere il naso davanti (13-12). Da lì in poi tuttavia c’è soltanto una squadra in campo. Pochi minuti dopo un’ottima pressione su calcetto di Ostuni offre una touche a 5 metri. Il drive non funziona ma l’Italia insiste e, dopo alcune cariche, al 53’ Granzotto (entrata al 40’ in sostituzione di D’Incà, infortunatasi a una spalla) segna sulla bandierina. La trasformazione di Sillari (ottimo il suo 6/8 al piede) ci porta sopra break. L’Italia a questo punto è in avanzamento, invece di piazzare un facile calcio si va alla mano, e la scelta paga: Turani schiaccia vicino ai pali e con la trasformazione al 57’ siamo sopra doppio break. Al 63’ un grandioso 50:22 di Ostuni (userà poco il piede, ma quando lo fa sta prendendo a usarlo molto bene) ci riporta nei 22 gallesi. Il drive viene bloccato ma dopo un paio di penetrazioni la stessa Ostuni passa al largo. Il bonus point raggiunto (con quarto posto assicurato) mette le azzurre in condizione di giocare in assoluta scioltezza il finale. Le ultime offensive gallesi si spengono con varie penalità commesse al breakdown. C’è ancora tempo per due mete negli ultimi due minuti di gara, protagonista ancora una volta Aura Muzzo: prima arriva a un soffio dalla linea, ma Granzotto finisce il lavoro tuffandosi (molto atleticamente) sulla bandierina; poi invece raccoglie un perfetto passaggio di Madia all’interno (eccellente la prova dell’apertura) che le permette di volare in mezzo ai pali. Si chiude così nel migliore dei modi un Sei Nazioni di assoluta qualità, che lascia sperare in ulteriori miglioramenti nel prossimo futuro. See you next summer in England.
Italia – Galles 44-12 (primo tempo
Marcatrici: 9’ meta Williams (0-5), 16’ Stefan meta tr. Sillari (7-5), 22’ cp Sillari (10-5), 40’ meta Pyrs tr. Bevan (10-12)); st: 48’ cp Sillari (13-12), 53’ meta Granzotto tr. Sillari (20-12), 57’ meta Turani meta tr Sillari (27-12), 63’ meta Ostuni Minuzzi (32-12), 77’ meta Granzotto (37-12), 80’ meta Muzzo tr Sillari (44-12)
Cartellini: 75’ giallo John (Galles).
Italia: Ostuni Minuzzi; Muzzo, Sillari, Mannini (58’ Rigoni), D’Incà (40’ Granzotto); Madia, Stefan (66’ Bitonci); Turani (74’ Stecca), Vecchini (74’ Spinelli), Seye (69’ Maris); Tounesi, Duca; Sgorbini (78’ Locatelli), Veronese (64’ Ranuccini), Giordano (cap).
Galles: Joyce (69’ Richards); Neumann, H Jones (cap), Keight (51’ Bluck), Cox; George, Bevan (69’ S Jones); G Pyrs (69’ Davies), K Jones (51’ Phillips), Rose (62’ Scoble), Fleming, Crabb (48’ Callender), K Williams, Lewis, Evans (57’ John).
Arbitra: Sara Cox (RFU).
La foto del titolo è di Alessandro Levati/Federugby via Getty Images)
La classifica finale del Sei Nazioni 2025