
Arrivata a La Rochelle con un certo ottimismo, la Scozia vede almeno per il momento ridimensionate le sue ambizioni a proporsi come seconda forza del torneo. Gioca una buona partita ma subisce per tutto l’incontro la pressione francese, alimentata da una mischia dominante e da una rimessa laterale delle transalpine comunque superiore. Nel primo tempo alcuni errori di manualità impediscono alla Francia di aggiungere altre mete a quella iniziale dell’apertura Arbez. La Scozia prova a muovere il pallone, ma non riesce a entrare nei 22 avversari se non in maniera fortunosa: come già successo con il Galles, una pedata di Thomson su errore francese permette a Orr di marcare sotto i pali e di chiudere sotto break la prima frazione. Dopo un inizio ripresa in cui Orr non controlla per un soffio un delizioso grubber della Thomson (sarebbe stato il sorpasso), la Francia riprende gradualmente il controllo delle operazioni. Al piede metronomico della Bourgeois (6 su 7 al termine) si aggiunge la magia della Bordon Sansus, che si inventa un drop sensazionale: sensazionale non solo per la distanza, quasi 40 metri, ma soprattutto per la sua unicità (è soltanto il settimo drop nella storia del torneo femminile, il primo dal 2014 – anche in quell’occasione da parte di una francese, Sandrine Agricole, contro l’Inghilterra). La reazione scozzese non va oltre una penalità di Nelson, ma con l’inizio dell’ultimo quarto arriva la resa: tre segnature fra il 60’ e il 68’ garantiscono alle transalpine il bonus offensivo e chiudono definitivamente il match. Sarà il tallonatore Martin ad avere l’ultima parola per le scozzesi a tempo scaduto, dal solito drive da penal touche: ma sarà, come si dice, “too little, too late”.
Francia – Scozia 38-15 (primo tempo 13 – 7)
Marcatrici: 8’ cp Bourgeois (3-0), 11’ meta Arbez, trasformata Bourgeois (10-0), 24’ cp Bourgeois (13-0), 37’ meta Orr tr Nelson (13-7), 44’ cp Bourgeois (16-7), 50’ Bourdon Sansus drop (19-7), 54’ cp Nelson (19-10), 60’ meta Feleu tr Bourgeois (26-10), 65’ meta Okemba (31-10), 63’ meta tr. Bourgeois (38-10), 81’ meta Martin (38-15).
Arbitro: Lauren Jenner (FIR)
Nuovo record di pubblico per una partita della nazionale femminile al Principality Stadium di Cardiff.
Partita senza storia invece a Cardiff, se non per i 21 mila spettatori del Principality Stadium, il doppio del precedente record di affluenza registrato in Galles per la nazionale femminile. Le padrone di casa illudono i loro sostenitori con la meta del pilone Scoble, ma la speranza di una sorpresa dura poco: in meno di 15 minuti le Red Roses marcano tre volte portandosi sul 21-7. La seconda meta del numero otto Feanuti (l’unica sopravvissuta insieme alla capitana Aldcroft del XV schierato contro le Azzurre) garantisce il bonus offensivo con meno di 30’ sul cronometro. Il Galles inizia la ripresa con qualche buona iniziativa offensiva, ma è di breve durata. In meno di dieci minuti la player of the year Ellie Kildunne festeggia il suo cinquantesimo cap con tre mete che affossano definitivamente le avversarie. La meta di Williams al 58’ interrompe soltanto brevemente il dominio inglese, che porta nel finale ad altre quattro segnature, con doppiette dell’ala Dow e dell’esordiente (ma stella del Seven) Burton. Alla fine le ragazze gallesi eguagliano la performance dei maschi (12-67 contro 14-68), un risultato imputabile in parte ad una formazione più solida rispetto a quella messa in campo contro l’Italia, ma in parte anche a una prestazione difensiva gallese molto più incerta di quella delle Azzurre.
Galles – Inghilterra 12 – 67 (primo tempo 7 – 26)
Marcatrici: 5’ meta Scoble tr Bevan (7-0), 10’ meta Feanuti tr Harrison (7-7), 12’ meta M. Jones tr Harrison (7-14), 18’ meta Bern tr Harrison (7-21), 26’ meta Feanuti (7-26), 47’ meta Kildunne tr Harrison (7-33), 53’ meta Kildunne (7-38), 55’ meta Kildunne (7-43), 58’ meta Williams (12-43), 67’ meta Dow (12-48), 72’ meta Burton tr Harrison (12-55), 76’ meta Dow (12-60), 80’ meta Burton tr Harrison (12-67).
Arbitra: Clara Munarini (FIR)