
Dovessimo immaginare un futuro per Federico Ruzza, seconda linea della Benetton Treviso e della nazionale (63 cap), lo vedremmo nello staff di una squadra di club o di una nazionale. Mai una risposta banale alle domande, sempre preciso nell’analisi. Sia sotto il profilo tecnico che psicologico. Chi ha seguito la partita dalla televisione ha visto Federico sbracciarsi e urlare ai compagni di uscire dal raggruppamento e venire a coprire la larghezza. Lo hanno fatto in ritardo ed è arrivata una delle mete inglesi. Questa nazionale ha preso 18 mete nelle ultime due partite (vedi articolo di Gianluca Barca) di chi è la responsabilità? Di chi non placca o del sistema collettivo? Per Quesada è un mix fra i due, per Federico Ruzza più del collettivo. E dà anche una spiegazione psicologica.

“La maggior parte delle volte l’errore del singolo è la conseguenza della mancata organizzazione collettiva. Nelle ultime partite non siamo stati efficaci in difesa, non siamo stati precisi nella circolazione difensiva perché non eravamo sul piede avanzante e così è difficile seguire il ruolo che hai nel sistema difensivo”. E qui Ruzza dà una spiegazione anche psicologica. “Se ti senti in difficoltà, se ti trovi in situazioni scomode, riconoscere quello che devi fare nella circolazione difensiva diventa più difficile. Ed è lì che tutto viene messo in discussione, magari vuoi risolverla con un’azione difensiva personale, uscendo dagli schemi, un errore che può creare voragini, oppure istintivamente ti stringi al compagno più vicino, fai un passo verso di lui, perché pensi che si possa difendere meglio, invece in questo modo si creano spazi per l’attacco in altri punti. Per questo dico che un placcaggio sbagliato non può essere considerato il problema da correggere, si tratta di affrontare la questione alla radice”.
Non è che siano anche più stanchi e meno performanti? “No, ma è vero che abbiamo avuto un problema nel terzo quarto della gara sia con la Francia che con l’Inghilterra. Domenica a Twickenham siamo rientrati in campo con l’intenzione di tenere gli inglesi lontani dalla nostra meta, ma abbiamo commesso dei falli che li hanno portati in attacco e da lì a segnare. Nel primo tempo avevamo commesso degli errori, ma l’inerzia era dalla nostra parte. Quando siamo rientrati nello spogliatoio abbiamo avuto il feedback dello staff sulle situazioni che avevamo gestito male e siamo rientrati fiduciosi e carichi. Poi abbiamo fatto falli evitabili e le cose sono andate in un’altra direzione”.
Nella foto di apertura Federico Ruzza conquista un bel pallone in touche nel match contro l’Inghilterra a Twickenham (Foto Paul Harding/Federugby via Getty Images)