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L’interim di Sherratt è finito, il Galles è alla 17° sconfitta, è ultimo, con cucchiaio e white wash: i tempi sono oscuri, molto bui dopo questa esecuzione capitale, sofferta dalla nemica di sempre. Al Millennium mai un passivo del genere: 14-68, dieci mete subite. Terribile per una vecchia depositaria del gioco.
Molto più lieti, dopo un periodo spinoso, i giorni di Borthwick che ha trovato il gallo dalle uova d’oro, Fin Smith, il giovane direttore d’orchestra che non poteva essere Marcus Smith, troppo innamorato dei suoi ghirigori. E che ha promosso un altro giovane di pelo biondo, Henry Pollock; esordio con una doppietta, per la gioia della famiglia.
Fin è concreto e geniale, sa sempre quel che c’è da fare, dove spostare il peso dell’azione e scegliere la direzione giusta e possiede un piede raffinato. La superiorità “intellettuale” di Fin procede al fianco dell’efficacia nell’area del breakdown: solo Wainwright riesce a reggere il confronto con Earl e con i gemelli Curry, più Ben che Tom. Ma è troppo solo. Faletau ha troppi anni sulla groppa e si vede.
Gli inglesi, in terra di Cymru chiamati i pavoni bianchi, spezzano subito l’equilibrio, prima meta da capitano di Itoje. Cinque minuti dopo Murray vola verso la bandierina. Berry – “grande“ amico di Rassie Erasmus –sottopone con il Tmo ad autopsia il duello aereo dal quale era scaturita la fuga dell’estremo arrivato da Canterbury e scova una posizione irregolare di Tomos Williams. Quanto influente non è chiaro.
Daly e Fin Smith: due magnifici passaggi per la meta di Roebuck, che ha preso il posto di Sleightholme. Il secondo tentativo di strappo improvviso e profondo di Murray vene frustrato da Cowan Dickie con un abbozzo di francesina. Il match esce da una fase di confusione per consegnare la meta dei gallesi, propiziata da una carica di Wainwright. Tomos Williams trova Ben Thomas che può adagiarsi in mezzo ai pali.
Gli ultimi 10’  sono le premesse dell’incubo che verrà: Fin Smith inventa prima per Roebuck, fermato, poi per Freeman che va a segno. A seguire tocca agli uomini pesanti: Cunningham South, entrato al posto di Chessum, e Stuart che festeggia il suo 50° cap: la tariffa a questo punto è 7-33. In fondo alla più articolata delle manovre, Wainwright non riesce ad agganciare un ovale in sottomano di Mee. Chi è avanti è anche fortunato: un impatto della palla sul viso offre a Mitchell la chance di calciare e andare sino in fondo. A seguire tocca al cucciolo Pollock, servito da un nitido passaggio di George Ford e, dopo che Earl è scivolato a centro, alla festa partecipa anche il panchinaro  Hayes. Non finisce mai: a maglie più generose Ben Thomas va alla doppietta e subito prima Pollock, poi Cunningham South lo eguagliano. Senza pietà.

Galles – Inghilterra 14-68 (primo tempo 7-33)

Galles:

Mete: Ben Thomas (30′, 76′); tr: Gareth Anscombe (31’), Jarrod Evans (77’)

Inghilterra.

Mete: Maro Itoje (02′), Tom Roebuck (09′), Tommy Freeman (33′), Chandler Cunningham-South (37′, 81′), Will Stuart (39′), Alex Mitchell (54′), Henry Pollock (66′, 78′), Joe Heyes(69′);

tr: Fin Smith (02′, 10′, 34′, 38′, 55′), Marcus Smith (67′, 69′, 79′, 82′).

 

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