Il naso di Steve Borthwick è triste come una salita. Sempre di più. Quinta sconfitta di fila. Sarebbero sei se nel conto finisse anche l’ultimo turno del 6 Nazioni, perso con la Francia. Prova a rilanciare Steward, concede fiducia a Van Poortvliet, senza esserne ripagato, evita di sostituire Marcus Smith, il piccolo genio della lampada, ma il risultato è sempre lo stesso e gli Springboks possono festeggiare la vittoria e il pomeriggio perfetto del piccolo Cheslin Kolbe che sprinta, dribbla, segna due mete e lui, appena affacciato oltre l’1,70, è perfetto nelle prese volanti.
Tutto quel che si può chiedere viene offerto in una mezz’ora indimenticabile ai soliti 82mila che cantano nella Fortezza e ai felici tanti che guardano in tv: il drop fintato e la corsa di taglio di Marcus Smith che, via Slade, apre la strada alla meta di Sleightholme, un falco che sa come colpire; l’invenzione rapsodica di Grant Williams che va via elusivo, sino a saltare Freddie Steward come un grosso birillo; le stoppate da Nba di Eben Etzebeth su Van Poortvliet prima e di Pieter Steph Dutoit su Smith che aprono al biondone la strada della seconda meta; le cariche ripetute nei pressi della linea – soprattutto Wiese – prima che la palla arrivi a Libbok per un calcio-passaggio destinato a Kolbe che costringe ancora Steward a sedersi sul prato; la breccia cercata e trovata dal ruvidissimo George Martin, all’origine della segnatura di Sam Underhill.
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Uno scontro di titani, come narra la lunga storia tra bianchi e verdoni, ma giocato con il piede sull’acceleratore e con la testa piena zeppa di idee brillanti, di invenzioni, di numeri d’alta scuola. Gli inglesi vanno vicino a subire il colpo del ko (Arendse vola in meta dopo aver solcato il rettilineo sinistro ma il passaggio di Fassi viene giudicato in avanti) e ne vibrano uno che può lasciare il segno: dopo una serie di cariche, palla a Smith che pesca Slade che varca la linea ma il Tmo andrà a pescare un intervento di Itoje sul collo di Marx.
I bianchi bene o male prendono la testa (20-19, piazzato di Smith) ma il sorpasso è sventato da Pollard che come nella semifinale mondiale inquadra e centra i pali da metà campo. Ormai la fine è nota: De Allende evita un placcaggio di Earl e offre a Kolbe che fa da solo. I Boks rimangono in 14 (giallo a Steenekamp) ma in quel che resta della partita un paio di placcaggi (Kriel e Koch) non fanno che confezionare il verdetto finale.
Le marcature
Inghilterra 20 (17) – Mete: Ollie Sleightholme, Sam Underhill. Trasformazioni: Marcus Smith (2). Calci piazzati: Smith (2).
Sudafrica 29 (19) – Mete: Grant Williams, Pieter-Steph du Toit, Cheslin Kolbe (2). Trasformazioni: Manie Libbok (2), Handre Pollard. Calci piazzati: Pollard
Nella foto di apertura Cheslin Kolbe, assoluto protagonista, vola a segnare la sua seconda meta di giornata (Foto Sixnationsrugby.com)