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Dopo aver tenuto un’accurata lezione su come perdere un match esibendo errori, indisciplina, idee oscure, inaspettata confusione, gli All Blacks battono l’Inghilterra di stretta misura come era capitato nei due test di giugno e nella penultima e terzultima visita a Twickenham. Il 22-24 maturato al 77’ ha la chance di venir rovesciato da un piazzato: George Ford spedisce sul palo e gli 81.910 lasciano partire un lungo sospiro che è cocktail di amarezza e rabbia.

È la partita dei volti nuovi dal futuro luminoso: da una parte Wallace Sititi, l’anima di una squadra che spesso boccheggia; dall’altra Cunningham South, che ha imparato il mestiere laggiù e offre una serie di placcaggi dominanti, e Immanuel Feyi Waboso, aggressivo, veloce, forte nel gioco aereo.

A sinistra i numeri dell’Inghilterra, in viola quelli dei neozelandesi 

È un confronto strano che sale d’intensità dopo averne messo in vetrina una buona dose prima del calcio d’inizio: parole della haka incomprensibili in un turbine sempre più alto di Swing Low Sweet Chariot e in un avvicinarsi dei Neri ai Bianchi schierati sulla linea di mezzo. Le parole di Joe Marler hanno lasciato il segno.

Gli inglesi aggrediscono, i kiwi faticano davanti a una prima serie di cariche che hanno in Itoje la guida. Ed è proprio in questi momenti che viene in superficie una delle costanti della partita e, in questo momento, dello status tattico dei Blacks: subire, sbagliare e affidarsi ai colpi di genio, ai numeri di alta scuola. Il sottomano di Sititi per Tele’a, che sa sgusciare come un’anguilla, fa parte di questo repertorio e porta al primo vantaggio. Un quarto d’ora dopo, mentre i Neri sembrano alle corde, un incrocio tra Beauden Barrett e Will Jordan apre la difesa inglese come il Mar Rosso. Due azioni, due mete.

Wallace Sititi, player of the match di Inghilterra Nuova Zelanda ha impressionato per velocità e potenza fisica

L’Inghilterra riesce a mantenersi a contatto (12-14 a metà gara) grazie alla precisione del piede di Marcus Smith che all’inizio della ripresa propizia l’unica segnatura della Rosa: intercetto sul mediocre Ratima e inizio di una volata che l’apertura, braccato, sa di non poter vincere. Viene sostenuto da Furbank e da Waboso e tocca proprio all’ala nata a Cardiff andare oltre la linea.

La meta di Feyi Waboso, dopo l’intercetto di Marcus Smith

Allo scoccare dell’ora di gioco, come un serpente a sonagli, Barrett trova uno di quei corridoi che solo lui sa individuare e galoppa sino in fondo. All’origine del raid, un tocco in avanti di Clarke, giudicato non intenzionale, che porta all’annullamento della meta. Subito dopo, inglesi oltre break, 22-14, con la chance di poter tornare a piegare i maestri dodici anni dopo l’abbondante 38-21 della pregiata annata 2012. Ma qualcosa sta cambiando: Robertson pesca in panchina, rafforza la prima linea, sino a quel momento modesta, con l’ingresso del gigantesco Pasilio Tosi. I bianchi sono costretti a spendere falli, ad arretrare. Al 67′ McKenzie riporta i neozelandesi a contatto, 17-22, grazie a un calcio di punizione propiziato da un placcaggio irregolare di Bel Earl: è la svolta della partita. Perché quando Tele’a al 77’ riesce a sfuggire in un funambolico gioco di giravolte, non lontano dalla linea laterale, andando a piazzare la palla nei pressi della bandiera, e McKenzie trasforma a fil di palo, i Blacks tornato davanti di due punti. La sciocchezza di Earl è stata decisiva nel favorire il sorpasso.

L’Inghilterra ha meno di tre minuti a disposizione per provare a riacciuffare un match che pareva a un certo punto saldo nelle loro mani. E il finale è convulso: i Neri perdono Lienert Brown, testata a Dan, e Ford, prima, mette l’ovale sul palo poi, negli ultimi secondi, prova la sua arma letale, il drop, dopo che Tuipulotu ha perso in avanti la palla proprio sotto i suoi pali. Ma non va come nella fausta giornata, ai Mondiali, contro l’Argentina: la palla esce sul lato della acca neozelandese. E Twickenham si dispera.

Inghilterra vs Nuova Zelanda 22 -24 (primo tempo, 12-14)

Inghilterra

Meta: Feyi-Waboso; Trasformazione: Smith; cp: Smith (5)

Nuova Zelanda

Mete: Tele’a (2), Jordan; Trasformazioni: B, Barrett (2), McKenzie; cp: McKenzie

Arbitro: Angus Gardner

 

 

 

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