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La Francia chiude con un percorso netto le sue fatiche d’autunno, dopo Giappone e All Blacks tocca all’Argentina pagare dazio al desiderio di affermazione dei Bleus che ci si sono messi d’impegno per diventare la migliore alternativa allo strapotere dell’Emisfero Sud. I Pumas arrivano allo Stade de France per mandare in archivio la più bella stagione della loro storia, ma la fatica si fa sentire e non sembrano avere la stessa lucidità messa in mostra una settimana prima a Dublino. Lo scontro fisico è rude, la Francia di Galthié sembra voler emulare il rugby predicato dal Sudafrica, l’Argentina di Contepomi mette in mostra molto delle strutture di gioco che il suo commissario tecnico ha metabolizzato durante il periodo di studio tecnico in Irlanda. Nei primi minuti salta fuori una partita di alta intensità muscolare, subito indirizzata dal cartellino giallo rimediato in apertura da Montoya, reo di aver fatto ricorso in un raggruppamento alla mossa del coccodrillo che costringe Gros a lasciare subito il posto in prima linea a Wardi. In superiorità numerica la Francia prende il comando delle operazioni, è un metronomo nei punti di incontro in mezzo al campo e al 9′ tanta superiorità si concretizza con la meta di Flament: touche offensiva, Moefana fa il playmaker, Dupont alza la testa, salta il primo sostegno e infila il suo gigante nel corridoio giusto.

La meta di Flament che ha aperto le marcature per la Francia (foto FFR)

L’Argentina non ci sta, avanza a testa bassa e tanto lavoro procura ad Albornoz la possibilità di accorciare dalla piazzola. Inizia un lungo batti e ribatti dei due calciatori, due centri a testa per Ramos e Albornoz che fanno sfoggio di assoluta precisione balistica, prima che Villiers metta in moto le gambe e tenga fede alla tradizione delle mortifere ali francesi. Subito dopo arriva la svolta: Ramos con una pedata deliziosa lancia lo sprint istantaneo di Bielle-Barrey, il ragazzino è una scheggia, lascia sul posto Carreras e Gonzalez-Samso non può far altro che smanacciargli l’ovale in faccia per provare e evitarne il tuffo definitivo: passaggio in avanti volontario, meta di punizione e altro cartellino giallo per l’Argentina. Peggio di così per i Pumas non poteva andare e in superiorità numerica è ancora Ramos a dare sfoggio di infallibilità dalla piazzola. Si va al riposo (30-9) con la partita che sembra messa in ghiaccio.

Tomas Albornoz, con i suoi calci piazzati ha cercato di tenere in partita l’Argentina (foto Los Pumas)

L’Argentina ha mille vite, non ci sta a uscire dallo Stade de France senza contestare la superiorità dei padroni di casa, si mette a macinare gioco, non si tira indietro nel confronto fisico e tanto lavoro produce la meta di Gallo dopo un perfetto drive da touche. La sfida la chiude un’altra magia di Bielle-Barrey, la stella più luminosa di questa parentesi d’autunno: calcetto, sprint a doppia velocità, Carreras insegue invano, il ragazzino terribile mette la freccia e va in meta. La partita va in archivio con la meta di forza di Ruiz (37-23), l’Argentina è battuta da una Francia che si schiera in pole position nella griglia del prossimo Sei Nazioni. Battuta, non piegata.

Francia-Argentina 37-23 (primo tempo 30-9)

Francia

Mete: Flament, Villiere, meta di punizione, Bielle-Barrey; tr: Ramos (3); cp: Ramos (3)

Argentina

Mete: Gallo, Ruiz; tr: Albornoz (2); cp: Albornoz (3)

Cartellini gialli: Montoya (3′); Juan Martin Gonzalez (35′)

Nella foto del titolo, la meta di Bielle-Barrey che ha sigillato il punteggio a favore della Francia

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