Il 26 novembre 1972 ad Aosta, l’Italia batté la Jugoslavia 13-12. Basterebbe questo semplice risultato per indicare quanto tempo è trascorso da allora: la Jugoslavia, in quanto tale non c’è più, della vecchia federazione jugoslava, la formazione oggi meglio piazzata è la Croazia, 41esima, seguono la Slovenia, 82esima, la Serbia 85esima e la Bosnia-Erzegovina, 102esima.
Quel giorno oltre a Giorgio Lari, Fabio Gargiullo e Francesco Vialetto, fecero l’esordio in maglia azzurra cinque giocatori destinati a lasciare un segno importante della storia del rugby italiano: Elio De Anna, che chiuderà la carriera in nazionale sei anni dopo con 27 caps, Adriano Fedrigo (41 presenze), Salvatore Bonetti (34) futuro capitano, Nello Francescato (42) il primo della dinastia a indossare la maglia dell’Italia, e Manrico Marchetto, terzo nella classifica dei migliori marcatori di mete, con 23.
Il ct era Gianni Villa che schierò questa formazione: Vialetto; Marchetto, Gargiullo, Nello Francescato; De Anna; Galletto, Conforto (68’ Lari); Puglisi, Bollesan, Salsi; Fedrigo, Bonetti; Bona, Paoletti e Abbiati.
Galletto, Conforto, Bollesan, Salsi, Paoletti e Abbiati giocavano nel Cus Genova, Vialetto nelle FFOO, Marchetto e Nello Francescato nel Treviso, Gargiullo e Lari nella Rugby Roma, De Anna nel Rovigo, Puglisi nel Catania, Fedrigo nel San Donà, Bonetti nel Parma e Bona nell’Esercito. Di quelle nove squadre, oggi solo FFOO, Rovigo e Treviso sono ancora rappresentate in Serie A Élite.
Nella foto del titolo, postata qualche tempo fa da Walter Foscato sulla pagina FB “RUGBY ITALIANO – Vecchi articoli dalle origini al 1990″ una carica di Marco Bollesan nel match disputato allo stadio Mario Puchoz, intitolato all’alpinista di Courmayeur morto nel 1954 durante la famosa spedizione italiana sul K2. Nella foto si riconoscono “Cubo” Abbiati, “Nembo” Bonetti (numero 4, di spalle), Umberto Conforto e Pippo Puglisi (con i baffoni)