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L’Irlanda non è più la bestia verde degli All Blacks: cinque vittorie a testa negli ultimi dieci contatti. Questa Nuova Zelanda non manda bagliori particolari ma intanto si è lasciata alle spalle le due sfide più dure del suo tour.

Per almeno quaranta minuti è il remake piuttosto sbiadito di quella che venne giudicata la partita più accesa dell’ultima Coppa del Mondo, 24-28 per i Neri: l’Irlanda non riesce a far funzionare i meccanismi e le strutture della “green machine” per far saltare il chiavistello avversario, gli All Blacks continuano a offrire un repertorio di errori, di incertezze. Ratima, che ha avuto ancora la fiducia di Robertson, è lento e non offre sicurezza. Il contrario di Sititi, la vera grande novità, capace di avanzare, di impegnare ad ogni affondo almeno due avversari.

Caleb Clarke attacca con il sostegno di Wallace Sititi (foto All Blacks)

Irlanda indisciplinata: sette calci concessi nel primo tempo (saranno 13 contro 5 alla fine del match). McKenzie, che verrà giudicato uomo del match, prima del riposo, centra tre volte i pali. Ma anche i neozelandesi non scherzano: uno “scudo” dà ai verdi il primo vantaggio con Crowley che riporta vicino chi guida il ranking quando sta per esaurirsi la prima parte della gara: un placcaggio alto su Ringrose costa a Jordie Barrett il cartellino giallo, il rinvio al bunker (e giallo rimarrà…) e il piazzato che permette ai verdi di rimanere a contatto. Solo una scossa emotiva in 40’: McKenzie offre a Jordan, in escursione offensiva. Palla a Tele’a, due volte a segno a Twickenham, che riesce ad insinuarsi con la sua tecnica anguillesca prima di essere contenuto.

La superiorità numerica permette agli irlandesi di esprimere pressione e un’aggressività smarrita. I Neri sono costretti ad annullare nella propria area di meta e dopo la mischia parte una serie di cariche – la prima, determinante, è di Doris – ed è Van der Flier a trovare lo spiraglio giusto. Un piazzato dalla lunga distanza di McKenzie permette che il contatto non sia perduto.

Al 50′ Robertson pensa sia venuto il momento di rilevare il modesto Ratima con Roigard. Qualche rammarico per aver perduto il ritmo che sa dare Gibson Park? E subito dopo i Blacks hanno la chance di riportarsi davanti: dalla lunga distanza McKenzie centra il palo. Ancora ritocchi, questa volta tra gli avanti: dentro il gigantesco Tosi e Tuipulotu, importanti nel finale di Twickenham. Ed è proprio da una mischia che nasce il calcio che questa volta McKenzie mette in mezzo ai pali per il 13-15. L’indisciplina dei verdi (dopo poco più di un’ora di gioco, dodicesimo calcio fischiato da Berry) permette a McKenzie l’allungo a 13-18. Il gap diventa più largo in fondo alla prima manovra a largo respiro dei neozelandesi che cercano e riescono a trovare la superiorità al largo, sino alla meta di Jordan che riceve la palla buona da Aumua, più convincente che una settimana fa contro l’Inghilterra.

A sinistra i calci di punizione concessi da un’Irlanda decisamente più fallosa della Nuova Zelanda

Irlanda vs Nuova Zelanda 13 – 23  (primo tempo 6-9)

Irlanda
Meta: Josh van der Flier (42′); trasformazione: Jack Crowley (43′); cp: Jack Crowley (7′, 39′)
Nuova Zelanda
Meta:  Will Jordan (68′); cp: Damian McKenzie (9′, 28′, 37′, 48′, 61′, 64′)
Cartellini gialli:  J. Barrett (39′)
Arbitro: Nic Berry (Aus)
Nella foto del titolo un attacco di Damian Mckenzie placcato da due avversari (foto All Blacks)

 

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