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A due settimane dalla sfida tra Italia e All Blacks in programma sabato 23 novembre a Torino, se n’è andato a 99 anni Sir Robert (Bom) Gillies, ultimo reduce del 28° Battaglione Maori che prese parte con le truppe alleate alla battaglia di Cassino. Dove, secondo le ricostruzioni storiche, la mattina del 17 marzo 1944, sotto alla vetta del monte Trocchio, di fronte a Cassino, fu eseguita per la prima volta in Italia un’Haka propiziatoria. “I nativi neozelandesi – scriveva qualche tempo fa sul Corriere della Sera, Valerio Vecchiarelli – erano coraggiosi e leali, indomiti e orgogliosi, al punto che Erwin Rommel, la «Volpe del deserto» a capo dell’Afrika Korps nazista, si lasciò scappare: «Datemi i maori e vincerò la guerra».

Quando sul prato dello Juve (Allianz) Stadium, i giocatori con la maglia nera e la felce sul petto eseguiranno, prima del match contro gli Azzurri, la loro danza rituale, un ricordo andrà rivolto quei giovani del 28° Battaglione Maori che ottant’anni fa combatterono per la liberazione dell’Italia. Oltre 150 di loro vennero uccisi, feriti o fatti prigionieri nei combattimenti nei dintorni di Cassino.

Sam Cane guida un’Haka (phyo Getty Images – NZRU)

Paolo Ricci Bitti ci segnala il ricordo di Sir Robert (Bom) Gillies pubblicato dall’associazione no-profit Senio River 1944-1945 il cui scopo è ricordare che il fiume Senio, al confine tra Toscana, Emilia e Romagna, tra l’autunno 1944 e la primavera del 1945, fece da sfondo a una serie interminabile di scontri tra i più duri e violenti della Campagna d’Italia: una battaglia dimenticata ed estenuante, di cruciale importanza per la fine della guerra.

Qui sotto trovate il testo pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione.

E’ di poche ore fa la notizia che Sir Robert (Bom) Gillies, ultimo reduce del 28° Battaglione Maori, ci ha lasciati all’età di 99 anni. Avendo conosciuto personalmente Bom e la sua famiglia, è importante per noi unirci alle condoglianze che milioni di persone stanno esprimendo in questo momento dai due capi del mondo. Ad 80 anni dalle battaglie che in Italia costarono la vita a tanti giovani Maori, Sir Bom si è riunito ai suoi compagni, che per tanti anni aveva rappresentato, senza cercare mai glorie per se stesso e sempre rammaricandosi del prezzo che tanti avevano dovuto pagare per una guerra insensata, come lo sono tutte le guerre. Il 28° Battaglione Maori è ora riunito in un luogo migliore, dove nessuna battaglia deve essere combattuta.

Fu poprio durante una cerimonia per ricordare i soldati Maori caduti in Emilia-Romagna che conoscemmo Sir Bom circa un anno fa. Era impossibile non vedere la battaglia che ancora stava combattendo. Modesto e gentile nell’animo, Sir Bom era a disagio sotto i riflettori. In quanto ultimo reduce vivente del Battaglione Maori, percepiva come un dovere far sì che i suoi compagni fossero sempre ricordati nel migliore dei modi. Ma questo lo portava a ricordare spesso i momenti dolorosi che aveva vissuto, gli amici che aveva perso. E nessuno poteva più accompagnarlo in questo, perchè gli unici che potevano capire se n’erano già andati.

Maori in Nord Africa nel 1941

Ma chiunque abbia conosciuto Sir Gillies vedeva anche la sua forza. Nel 2023 a Faenza abbiamo avuto il privilegio di mostrare a Bom una ripresa originale che lo ritraeva nel 1945, vicino a Villa San Martino, mentre in groppa ad un cavallo bianco aiutava un prigioniero tedesco ferito a raggiungere il punto di soccorso più vicino. Anche in guerra, una persona gentile e modesta. Sir Bom ci disse che non aveva notato la cinepresa: non sapeva nulla di quel filmato. Di quel giorno ricordiamo, con ancora la pelle d’oca, i canti e gli applausi e le lacrime dei familiari di Sir Bom. Ricordiamo quell’ultimo inno: l’ultimo “Au e Ihu” che questa parte d’Italia sentirà mai cantare da un soldato del Battaglione Maori. Ma soprattutto ricordiamo il sorriso di Sir Bom. Un sorriso che siamo stati fieri di aver causato, ma che dice tutto sulla forza di un uomo straordinario. Sappiamo che Bom non sarebbe stato d’accordo, ma lo scriviamo lo stesso perchè ora lui ha cose più importanti a cui pensare. Lo immaginiamo lassù, a sorridere coi suoi compagni ritrovati, a scherzare come solo i veri Maori possono, e a sperare silenziosamente che le nuove generazioni sappiano fare anche solo una frazione di quanto i soldati del Battaglione Maori fecero per il bene del loro popolo, della loro patria e per quello di milioni di altri nei luoghi che contribuirono a liberare.

Nel nostro piccolo, vi promettiamo che il Battaglione Maori non sarà dimenticato. Grazie, Bom.

 

 

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