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Ai 991 caps della Nuova Zelanda, l’Italia risponde con i 441 del suo XV titolare, meno della metà. Un anno fa a Lione gli All Blacks travolsero la squadra di Crowley, 96-17, di quella partita, nelle due formazioni che cominceranno il match allo Juve Stadium, i neozelandesi ne schierano sette e l’Italia nove, più Nicotera, Ferrari e Niccolò Cannone che inizialmente siederanno in panchina. Nicotera dodici mesi fa giocò titolare in prima linea, Cannone e Ferrari subentrarono durante la partita, così come Cane, Lienert-Brown, Roigard e Lomax, tutti titolari invece dopodomani. McKenzie fra le riserve, oggi come allora, con Tu’ungafasi che a Lione fu titolare e stavolta si accomoda fra i panchinari.

Una carica di Caleb Clarke nel match vinto due settimane fa dalla Nuova Zelanda a Dublino.(foto All Blacks.com)

Nella formazione azzurra rispetto alle due recenti sfide con Argentina e Georgia, bocciati di fatto, se non in modo ufficiale, Lynagh, al suo posto giocherà Trulla, e Gallagher che lascia la maglia numero 15 al recuperato Capuozzo. A sorpresa, Non trova spazio fra i 23 nemmeno Fusco, autore a Genova della meta della vittoria sulla Georgia.

Per l’Italia il confronto con gli All Balcks è un esame di maturità tecnico e psicologico. E infatti Gonzalo Quesada ha spiegato che la preparazione al match verrà divisa in due parti, una tecnico-tattica e l’altra, nella serata che precede la sfida, dedicata alla preparazione spirituale. Perché quella contro la Nuova Zelanda non è una partita normale. “Bisogna imparare a governare la barca in mare – ha spiegato il ct – ma anche a fronteggiare una possibile tempesta senza farsi prendere dal panico.

“Loro segnano il 47% delle loro mete da touche – ha poi spiegato Quesada – e il 35% da turnover” Quindi: controllo dell’occupazione del campo ed evitare di regalare loro palloni da usare in modo micidiale nelle transizioni, di cui sono maestri.

“Inoltre – ha aggiunto il tecnico argentino – gli All Blacks sono la squadra che segna più mete nei primi 20 minuti”. Quindi chiudere i boccaporti per evitare di affondare sotto le prime ondate.

Il giovane talento Wallace Sititi, a Torino sarà schierato con la maglia numero 6 (foto NZRU) 

Un anno fa, Paolo Vaccari spiegò che una partita così va preparata soprattutto sul piano mentale: soffrire, soffrire, soffrire, dal primo istante al fischio finale, abbassare la tesa vorrebbe dire esporsi a figuracce epocali. Esattamente quello che accadde a Lione, dove qualcuno si era illuso di poter cacciare la Nuova Zelanda fuori dal Mondiale già nella fase a gironi.

Quanto ha pesato quella lezione si vedrà sabato sera a Torino.

La formazione azzurra: Capuozzo; Trulla, Brex, Menoncello, Ioane; P. Garbisi, Page-Relo; Vintcent, Zuliani, Negri; Lamb, Ruzza; Ferrari, Lucchesi, Fischetti. A disposizione: Nicotera, Spagnolo, Ferrari, N. Cannone, Izekor, A. Garbisi, Marin, Zanon

Nella foto del titolo, da sinistra, Paolo Garbisi, Martin Page-Relo, Ange Capuozzo, Ignacio Brex, saranno tutti presenti nel XV scelto da Quesada per sfidare la Nuova Zelanda

 

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