Da Città del Capo, Athlone Sports Stadium.
L’Italia prima soffre, poi si illude, poi si ritrova di nuovo sotto e rischia di crollare, ma si riprende e alla fine porta a casa una preziosa vittoria che significa qiualificazione per la Coppa del mondo in Inghilterra il prossimo anno. Curiosamente, il calcio di Bea Rigoni che al 72’, sul 23-19, mette le Azzurre al riparo almeno dal rischio di essere sorpassate da un drop o da un calcio di punizione, arriva da una mischia chiusa sui 22 avversari, l’area di maggiore sofferenza nell’intero incontro. In effetti, i primi minuti confermano i timori della vigilia circa la fisicità del Sudafrica. La mischia sudafricana mette forte pressione sulle azzurre, alcuni falli e alcuni calci non molto efficaci consentono alle Springbok Women di stazionare nei nostri 22. Alla fine la pressione paga e il pilone Latsha marca dopo una serie di pick & drive. Precisa Roos dalla piazzola per il 7-0. Alla prima incursione nella metà campo avversaria l’Italia però va a segno.
Un placcaggio alto costa il giallo alla numero 12 Qawe; dopo un buon drive da touche Turani va oltre, 7-5. Nonostante lo svantaggio numerico il Sudafrica riesce a restare in attacco ma la sua pressione non si materializza per alcuni errori di handling e per l’eccellente difesa delle azzurre. La seconda parte del tempo vede però l’Italia aumentare il suo controllo sulla partita, grazie anche a una maggiore attenzione arbitrale per le spinte storte della mischia sudafricana. Alcuni calci ben portati mettono le azzurre in grado di giocare nei 22 avversari e alla fine i risultati arrivano. Prima Muzzo (ottima la sua prova), ben liberata da Ostuni, viene fermata a pochi metri, ma sul ribaltamento di fronte Sillari trova il buco giusto. Manca ancora la trasformazione, ma siamo comunque avanti 10-7.
Nel finale del tempo, un altro calcio efficace di Muzzo mal controllato dal Sudafrica ci dà un’altra touche nei 22. Un altro buon drive (saranno parecchi alla fine), e poco dopo Turani segna la sua seconda meta – ciliegina sulla torta per una prestazione monumentale, in chiusa come nel gioco aperto, che le vale il player of the match. Questa volta Sillari è precisa e si va al riposo sul 17-7. Un primo tempo dominato dagli Harlequins, si potrebbe dire, visto che tre delle quattro mete sono state marcate dai loro piloni (Latsha è compagna di squadra di Silvia Turani a Londra).
Alla ripresa del gioco, fallo sudafricano, si va nei loro 22 ma si fa tenuto dopo un drive ben contenuto dalle avversarie. Dopodiché l’iniziativa ripassa alle padrone di casa. Al 45’ entra la “bomb squad” al femminile (l’intera prima e seconda linea) e dà una svolta almeno temporanea alla partita. Grazie a un paio di falli consecutivi (il primo da mischia chiusa) le Springboks si riportano in attacco, marcando al 48’ con Hele. 17-12 e partita riaperta, che diventa riapertissima quattro minuti dopo quando il Sudafrica utilizza al meglio il possesso ricuperato da un nostro calcio a seguire, aprendo al largo: l’ala Malinga vola in mezzo ai pali per il nuovo vantaggio delle padrone di casa (17-19). Il momento è difficile ma i nostri cambi (Maris, Frangipani e più tardi Gurioli tra le avanti, Mannini, Capomaggi e Stevanin dietro), dopo qualche minuto di adattamento si rivelano all’altezza. Si ritorna nella metà campo sudafricana, ed al 63’ una buona offensiva azzurra viene fermata con un altro placcaggio alto. Nuovo giallo e penalty di Rigoni che ci rimette davanti (20-19). Nel finale alcuni episodi inusuali marcano la partita delle azzurre. Prima un tanto raro quanto delizioso 50-22 (Bea Rigoni at her best) ci riporta nei 22 avversari. Perdiamo la successiva rimessa laterale (un’area che nel complesso però ha funzionato piuttosto bene), ma riusciamo comunque a restare in attacco. Dopo un’altra touche sprecata arriva la mischia decisiva di cui abbiamo già detto, Rigoni fa 23-19. Gli ultimi minuti sono uno scontro epico fra i feroci attacchi sudafricani e la nostra feroce difesa. Non mancano i patemi, ma alla fine la spuntiamo noi.
Si chiude così il nostro WXV 2, con due vittorie che non devono essere sopravvalutate ma che riflettono comunque lo spirito combattivo di questa squadra. Ci sarà tempo per ragionare sul percorso da qui al mondiale inglese. Il primo passaggio sarà il sorteggio dei gironi che avrà luogo giovedì sera. Sapremo presto se il fatto di aver superato gli USA, salendo all’ottavo posto del ranking mondiale, ci faciliterà nell’urna. A parte la probabilità di trovare gli USA, che rimane ovviamente immutata, le opzioni adesso sono Galles o Sudafrica o Giappone. Tutte avversarie rispettabilissime, ma a momento più malleabili di Irlanda, Australia e Scozia. Almeno ci pare.
Sudafrica – Italia 23-19 (primo tempo 17-7) Italia: Ostuni Minuzzi; Muzzo, Sillari (41’ Mannini), Rigoni, Granzotto; Madia (30’ Stevanin), Stefan (57’ Capomaggi); Sgorbini, Ranuccini, Veronese; Duca (50’ Frangipani), Fedrighi; Seye (50’ Maris), Vecchini (61’Gurioli), Turani. all. Giovanni Raineri
Sudafrica: Webb (66’ Dolf); Mabenge, Mpupha, Qawe, Malinga; Roos, Kinse (45’ Tose); Solontsi, Jacobs, Dumke (38’ Hele); Ubisi (45’ Mcatshulwa), Booi (45’ Lochner); Latsha (45’ Mdliki, 72’ Latsha), Gwala (45’ Gunter), Ngxingolo (45’ Charlie).
all. Swys De Bruin
arb: Precious Pazani (ZIM)
gdl: Amelia Luciano (USA); Maria Latos (GER)
TMO: Estelle Whaiapu (NZR)
Marcatrici: 12’ meta Latsha tr.Roos; 15’ meta Turani; 37’ meta Sillari; 40’ meta Turani tr. Sillari; s.t 9’ meta Hele; 12’ meta Malinga tr. Roos; 24’ cp Rigoni; 32 cp Rigoni
Cartellini: 14’ giallo a Qawe (RSA); 23’ st. Giallo a Tose (RSA)
Calciatrici: Roos (2/3); Sillari (1/3); Rigoni (2/2)
Player of The Match: Silvia Turani (ITA)
Note: Giornata calda e soleggiata, 1650 spettatori circa
Nella foto del titolo, confronto fra le mischie all’Athlone Sports Stadium di Cape Town, (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)