La sintesi perfetta della partita la fornisce la player of the match Sara Tounesi ricevendo il suo premio: “This Italy side never fucking gives up”. Nel clima diventato improvvisamente estivo (32°) di Athone l’Italia vince 8-5 un incontro che non diventerà un classico per la qualità del gioco espresso, ma è un monumento all’abnegazione delle nostre avanti, e alla loro capacità di tenere testa a un pacchetto gallese sicuramente più prestante sul piano fisico. Con un netto miglioramento rispetto alla partita dell’ultimo Sei Nazioni, sottolineato anche dall’head coach gallese Ioan Cunningham, le azzurre reggono la spinta gallese con ordine e controllano bene le proprie rimesse laterali per la maggior parte della partita.
Beatrice Rigoni fronteggia la carica del pilone gallese Donna Rose (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
Un periodo di sbandamento si verifica nella parte centrale del secondo tempo, in cui perdono tre touche in rapida successione, e subiscono in un paio di mischie la pressione avversaria. Ciononostante riusciamo comunque a tenere il Galles nel suo campo, senza però ottenere la segnatura che permetterebbe di gestire l’incontro con maggior tranquillità – e senza neanche creare le condizioni per segnare, ché difficoltà di controllo del pallone stoppano sul nascere alcune azioni promettenti. La solidità della mischia ritorna però nella parte finale della gara, e soprattutto nelle due mischie a tempo scaduto che decidono la partita. Per due volte il Galles rinuncia alla punizione del pareggio per cercare la meta di spinta e per due volte le azzurre reggono (“Avremmo retto per altre dieci mischie se necessario, anche se eravamo stanchissime”, dirà un’esausta ma soddisfatta Elisa Giordano nel post-partita).
Un errore dalla piazzola per Keira Bevan che, alla fine del match, ha rinunciato a calciare ai pali la punizione del possibile pareggio, per cercare di vincere la partita (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
Un’altra ragione di soddisfazione sta nel drive da touche, un’area in cui si erano viste varie incertezze sia contro il Giappone che contro la Scozia. Questa volta invece funzionano bene sia la difesa sulla spinta avversaria, sia la gestione del nostro possesso. È proprio una penetrazione in profondità nei 22 gallesi ad innescare gli attacchi che permettono alla nostra capitana di andare oltre all’11’, poco dopo che una meta di Ostuni Minuzzi, su azione iniziata da un intelligente calcio a scavalcare di Stefan, era stata annullata per in-avanti. Il drive è altrettanto efficace al 38’, ma un errore di gestione del pallone al momento di andare al largo vanifica il tutto. Queste due situazioni rappresentano le principali fiammate offensive azzurre in una frazione di gioco in cui il Galles, grazie a errori gestuali e falli nostri, staziona a lungo nella nostra metà campo, riuscendo a passare al 35’ con il centro Buck per il 5-5 con cui si chiude la prima frazione. Che il Galles non riesca a creare ulteriori problemi, pur avendo nel primo tempo il 64% del possesso, lo si deve in primis all’eccellente difesa delle azzurre. Le nostre bloccano con efficacia le penetrazioni delle avanti avversarie, e tolgono ogni spazio alla linea arretrata gallese che pure comprende giocatrici di indubbio valore come l’olimpionica a 7 Jasmine Joyce. Svetta su tutte, quanto a potenza dei placcaggi, Sara Tounesi, cui bastano 40’ sul campo per conquistarsi il premio per la migliore giocatrice (non rientrerà dopo l’intervallo per un colpo al braccio, sostituita da Alissa Ranuccini).
Kerin Lake placcata da Beatrice Capomaggi, la difesa è stata una delle chiavi del successo dell’Italia (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images).
Sarà proprio la Joyce, con un tenuto a inizio secondo tempo, a causare il penalty che Bea Rigoni trasformerà al 49’ per ridare il vantaggio all’Italia. La ripresa si trascina con un sostanziale controllo da parte delle azzurre, che stazionano per la più parte del tempo nella metà campo gallese, ma non riescono a concludere per numerosi errori nella gestione del pallone. Non ci danno una mano in questa fase un’arbitra e un TMO sonnolenti che non sanzionano un in-avanti assai poco involontario che stoppa un pericoloso passaggio da Vecchini a Ranuccin (già nel primo tempo avevano omesso di rivedere l’azione che aveva portato al 9’ alla perdita di Aura Muzzo per trauma cranico, colpita da un’avversaria in maniera, diciamo, poco ortodossa). Discutibili anche alcuni colpi di fischietto che riportano il Galles nei nostri 22 negli ultimi due minuti, creando una situazione che ricorda sinistramente il finale del match del Sei Nazioni di aprile.
Confronto fra numeri 10: Keira Bevan e Emma Stevanin (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images).
Fortunatamente questa volta le azzurre non mollano: nonostante la benevolenza arbitrale che permette alla terza linea gallese di giocare il pallone da mischia dopo aver ignorato ben quattro “use it”; all’azione successiva il pallone diventa ingiocabile. Si chiude così un incontro che non passerà magari alla storia, ma che ha comunque fornito una risposta chiara alla richiesta di maggiore intensità che Elisa Giordano aveva avanzato dopo la partita con la Scozia. Non sappiamo quanto l’abbiano apprezzata i diciannove (li abbiamo contati) spettatori presenti, per lo più gallesi. ma in campo l’intensità c’è stata. Eccome se c’è stata.
Cape Town, Athlone Stadium, 4 ottobre 2024
WXV 2 – II giornata
Galles v Italia 5-8 (5-5)
Galles: Joyce; Cox, H. Jones (Cap. 27’st. Powell), Bluck (30’st. Keight), Metcalfe; George (42’st. S. Jones), Bevan (9’-20’ pt. temp. S. Jones); Lewis, Callender, Butchers; Evans, John (35′ st. A. Prys); Rose (3’st. Tuipulotu), Phillips, G. Pyrs. A disposizione: Reardon, Davies, Williams
all. Ioan Cunningham
Italia: Ostuni Minuzzi; Muzzo (9’ pt. Capomaggi), Sillari (1’st. Mannini), Rigoni, Granzotto; Stevanin, Stefan; Giordano (Cap.); Sgorbini (37′ st. Veronese), Tounesi (1’st. Ranuccini); Duca, Fedrighi; Seye (Stecca 42′ st.), Vecchini, Turani. A disposizione: Gurioli, Zanette, Frangipani.
all. Giovanni Raineri
arb: Ella Goldsmith (RA)
gdl: Amelia Luciano (USA); Siyanda Pikoli (SARU)
TMO: Aaron Paterson (NZR)
Marcatrici: 11’ meta Giordano; 32’ meta Buck; s.t 49’ cp Rigoni.
Calciatrici: Rigoni (1/2); Bevan (0/1)
Player of The Match: Sara Tounesi
Nella foto del titolo, l’esultanza di Bea Rigoni alla fine del match (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)