Il WXV si chiude con incontri combattutissimi a tutti i livelli, e con significative implicazioni per la prossima RWC: il Canada, pur battuto, si propone come la principale realistica minaccia al prevedibile strapotere dell’Inghilterra; Spagna e Samoa si aggiudicano gli ultimi due posti realmente in palio (non c’era modo che le squadre del gruppo 2 risultassero escluse), mentre l’Italia si assicura (ma di questo abbiamo già detto) una posizione migliore nel ranking in vista del sorteggio mondiale di giovedì. Vediamo com’è andata, aiutandoci anche con alcune tabelle riassuntive.
WXV 1
Canada-Inghilterra
L’Inghilterra continua il suo ciclo vittorioso (ventesima vittoria consecutiva dopo la sconfitta nella finale di RWC 2021), ma la partita con il Canada non segue l’usuale canovaccio del successo con bonus e il massimo dei punti di ranking. Finisce 21-12, ma all’80’ il tabellone diceva 14-12, con varie occasioni canadesi sprecate per fretta e scarsa lucidità. È soltanto la meta finale di Aldcroft a portare le Red Roses oltre break. Una meta per parte nei primi 10’ certifica l’equilibrio del primo tempo, chiuso sul 7-5 per le Red Roses grazie alla precisione dalla piazzola di Rowland. Al 52’ però il Canada passa avanti; ci rimarrà sino al 67’, quando la meta del pilone Bern ridarà all’Inghilterra un vantaggio, per quanto minimo, che non perderà più sino al termine. Una rondine non fa primavera, come si dice, ma forse (lo diciamo molto sommessamente: forse) la finale di RWC tra un anno potrebbe essere meno scontata di quanto si pensava sino a poche settimane fa.
Nuova Zelanda-Francia
Nell’altro incontro di giornata la Francia conferma sia la sua scarsa simpatia per il WXV, sia le sue attuali difficoltà a restare competitiva per un intero incontro contro avversari di livello. Quinta nel 2023, conferma la posizione quest’anno, con l’ulteriore aggravante di non poter vantare almeno un successo di prestigio come quello contro le Black Ferns nella scorsa edizione. Sarà che questa volta le neozelandesi arrivano all’appuntamento in una situazione di estrema difficoltà viste le due sconfitte contro Inghilterra (nelle dimensioni) e Irlanda, fatto sta che prendono immediatamente il controllo delle operazioni. La Francia regge un tempo ma poi cede definitivamente nella ripresa: il fatto che soltanto due delle sette mete neozelandesi siano trasformate occulta in parte un risultato comunque pesante per una squadra del livello e delle aspirazioni delle transalpine.
WXV 2
Australia-Scozia
In quella che è a tutti gli effetti una finale, Australia e Scozia danno vita a quello che potrebbe essere definito, con un bisticcio linguistico, “a half of two quarters”. Nel primo quarto una Scozia insolitamente carente nel controllo dei passaggi lascia l’iniziativa all’Australia che ne approfitta segnando tre mete con le ali Stewart e Miller e il centro Smith. Nella seconda parte invece la Scozia si riprende e, complice anche il giallo alla terza linea Palu, marca due volte con il pilone Bartlett e l’estremo Rollie, portandosi sul 12-21. L’inizio della ripresa vede la Scozia nuovamente in attacco ribaltare il risultato con altre due mete, portandosi addirittura in vantaggio al 69’ (22-21) con l’ala McGhie, nonostante l’espulsione al 60’ (dopo review) del centro Orr per placcaggio alto sull’ala Stewart lanciata in meta. Pochi minuti dopo però la stessa McGhie riceve da Clara Munarini un altro giallo per in-avanti volontario nei propri 22. Moleka realizza al 74’ il calcio del sorpasso, ma nonostante il doppio vantaggio numerico l’Australia deve aspettare l’ultimo minuto per chiudere definitivamente l’incontro: la terza ala Marsters celebra il suo essere diventata la Wallaroo con più caps con la segnatura che fissa il punteggio sul 31-22. Si chiude così un match più ricco di segnature, ma molto simile nella struttura a quello di Vancouver tra Canada e Inghilterra.
WXV 3
Olanda-Hong Kong
A Dubai, l’Olanda chiude nel migliore dei modi un torneo ricco di soddisfazioni che l’ha vista soccombere soltanto con la Spagna, e comunque in modo più che dignitoso. Mentre i precedenti incontri con Hong Kong erano stati molto combattuti (l’ultimo, un risicato 19-17 ad Amsterdam nel 2023), questa volta il successo è netto: un 33-3 maturato grazie a quattro mete nella ripresa dopo che il primo tempo si era chiuso sul 10-3. In questo modo l’Olanda si classifica al terzo posto nel torneo davanti a Figi.
Figi-Spagna
L’incontro tra Spagna e Figi non è una finale in senso stretto, ma lo è per “interposta squadra”, per così dire: neanche un successo con bonus delle Figi permetterebbe loro di superare Samoa, al momento in testa al gruppo, ma anche un pareggio con Las Leonas basterebbe a consegnare il trofeo alle sorelle isolane. Questo non si verifica per una trasformazione mancata allo scadere di un’altra partita ricca di pathos se non di mete. Le Figi partono forte, scottate dalla pesante sconfitta contro Samoa nel turno precedente, ma i primi 20’ di dominio nel possesso (avranno il 57% alla fine della partita) portano soltanto tre punti; passata la buriana, la Spagna ribalta il risultato con una meta trasformata verso la fine della prima frazione. Il punteggio si smuove ancora soltanto al 77’ quando Perez realizza il calcio del 10-3. Una segnatura che si rivelerà provvidenziale visto che a tempo scaduto Figi segna con il centro Milinia; la trasformazione però va a lato e Las Leonas possono festeggiare, oltre a un nuovo trofeo da aggiungere a quello di Rugby Europe cui sono ormai abbonate da anni, il ritorno alla RWC dopo l’esclusione dall’edizione 2021. Non solo: grazie al successo spagnolo e all’ultimo posto del Giappone in WXV 2, dalla prossima edizione vi sarà un’altra posizione in WXV 2 per le squadre europee, e una in meno per le cosiddette “nazioni emergenti”. Ma di questo riparleremo.
Nella foto del titolo Amalia Argudo festeggia il successo della Spagna sulle Figi a Dubai, (Photo Christopher Pike – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
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