vai al contenuto principale

C’erano state due sole espulsioni nei primi cento anni di rugby internazionale, Cyril Brownlie, nel 1924, e Colin Meads, nel 1967, entrambi neozelandesi. Poi da Mike Burton in poi, primo inglese, nel 1975, a dover lasciare il campo, contro l’Australia, per una scorrettezza giudicata grave (nel numero 195 di Allrugby, in distribuzione in questi giorni, Roberto Roversi racconta con dovizia di particolari la storia di arbitri e villani) è stato un crescendo di punizioni più o meno pesanti, fino al primo cartellino rosso sventolato in una finale Mondiale, a Sam Cane, capitano degli All Blacks, lo scorso anno contro il Sudafrica.

Quando il 3 gennaio 1925, l’arbitro Albert Freethy cacciò Brownlie dal campo, in tribuna il Principe di Galles, futuro Edoardo VIII, chiese di poter fare qualcosa per ristabilire la parità fra le due squadre, Giocare con un uomo in più all’epoca sembrava un vantaggio inaccettabile.

Ora, durante le 21 partite delle Autumn Nations Series, e nonostante l’opposizione alla sua introduzione permanente da parte di Irlanda e Francia, verrà sperimentato il cartellino rosso a tempo (20 minuti), già utilizzato nel recente Rugby Championship.

Il cartellino rosso di 20 minuti permette a una squadra di sostituire un giocatore espulso dopo 20 minuti di penalità temporanea.

Come nel Rugby Championship, gli arbitri potranno tuttavia ancora assegnare cartellini rossi permanenti per falli intenzionali e pericolosi. Tuttavia, i cartellini rossi diretti sono diventati rari da quando è stato introdotto il sistema di revisione tramite “bunker”, che sarà in funzione anche durante i test di novembre.

Nella pratica, un cartellino rosso può essere di 20 minuti, oppure permanente, nel caso di un fallo grave, o ancora, il colpevole di una scorrettezza viene rinviato a giudizio con un giallo, lasciando al bunker la decisione di trasformarlo in rosso. Se il rosso è permanete, ma non grave, dopo 20 minuti, al suo posto può entrare un giocatore dalla panchina. O forse no, se il fallo è ritenuto di violenza intenzionale.

Il Principe di Galles si perderebbe in questo bailamme di sanzioni.

Possiamo dire che questa confusione non ci piace?

La federazione irlandese ha già annunciato che si opporrà alla adozione permanente del “rosso” a tempo. “Il benessere e la sicurezza dei giocatori sono fondamentali per i valori del gioco, e l’opzione di un cartellino rosso permanente per atti deliberati e intenzionali di gioco falloso supporta tali valori e protegge l’integrità del gioco”, hanno detto.

In Francia una dichiarazione congiunta della federazione francese, della LNR e del sindacato dei giocatori ha bollato la proposta come un “passo indietro inaccettabile” e ha affermato che i dati raccolti sono ancora “insufficienti”.

La scorsa stagione, la finale della Coppa del Mondo, la finale della Premiership e la finale della Champions Cup sono state tutte segnate da espulsioni che sarebbero probabilmente state punite con un cartellino rosso di 20 minuti, ci fosse stata la regola nuova. Un buon motivo per provare a rileggere in retrospettiva la storia del gioco?

Altre sperimentazioni che avranno luogo durante le partite autunnali includono quella che invita gli arbitri a spiegare le decisioni chiave ai tifosi nello stadio – e a quelli a casa – tramite microfono, così come il timer, 30”, per le mischie e le rimesse laterali.

Cosa non si fa per tenere gli spettatori attaccati al video: una sosta troppo lunga, può indurre qualcuno a cambiare canale.

Nella foto del titolo l’arbitro inglese Wayne Barnes, protagonista della finale degli ultimi Mondiali (foto World Rugby)

Torna su