Da Città del Capo – Il pomeriggio inizia, nonostante il clima grigio e ventoso, in maniera promettente per le Azzurre. La pesante sconfitta subita dal Galles contro l’Australia (37-5), di cui diciamo a parte, oltre a farci guadagnare senza colpo ferire la nona posizione nel ranking, potrebbe infatti rappresentare un’iniezione di fiducia per noi (o di sfiducia per le gallesi) in vista dell’incontro di venerdì prossimo. Purtroppo, l’andamento di Italia-Scozia stempera in misura considerevole qualsiasi senso di ottimismo che uno avrebbe potuto ricavare dall’incontro precedente. La Scozia si impone senza strafare ma in modo netto (19-0), adattandosi meglio alle condizioni atmosferiche in continuo peggioramento durante l’incontro, e vincendo sia le collisioni che la battaglia al piede.
Laura Gurioli gioca un pallone a largo (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
Le scozzesi partono forte, danno pressione con la mischia chiusa e rinunciano a due facili punizioni per cercare il bersaglio grosso. Le nostre però reggono bene, e tentano a loro volta di aprire il gioco. Un grande buco di Granzotto al 9’ ci porta per la prima volta a ridosso dei 22 scozzesi ma l’azione (probabilmente la nostra migliore azione offensiva dell’intero incontro) sfuma per un in avanti (saranno molti, troppi, alla fine). Riprendiamo comunque l’iniziativa e al 15’ andiamo in touche ai 5 metri; l’azione però viene stoppata per lancio storto anche se le scozzesi non avevano saltato (“era troppo storta”, secondo la serafica interpretazione arbitrale, che forzerà World Rugby a legiferare sul livello accettabile di stortura). Un’altra occasione per muovere il tabellino va persa al 24’, quando una punizione di Rigoni da posizione favorevole finisce a lato. Due minuti dopo, la svolta della partita: su un attacco scozzese Muzzo stoppa ingenuamente un passaggio con la mano. Dal giallo e successiva penaltouche scaturisce, dopo un paio di cambi di fronte, la prima meta scozzese con l’estremo Rollie. Al 27’ siamo 7-0 con la trasformazione di Nelson. La parte finale del tempo vede la Scozia ancora in attacco.
Vittoria Ostuni Minuzzi (numero 15) e Francesca Granzotto cercano di fermare Chloe Rollie (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
L’Italia si difende con ordine ma al 39’ arriva puntuale il pasticcio in rimessa laterale: touche rubata su lancio nostro dentro ai nostri 22, fallo nell’azione successiva, e meta da drive delle scozzesi. Nelson è ancora precisa da posizione angolata, e si torna negli spogliatoi con uno 0-14 eccessivo e francamente evitabile con un po’ di attenzione in più. La ripresa si trascina stancamente, sotto una pioggia battente che certo non aiuta il gioco arioso. Una certa pressione delle nostre nella parte centrale della ripresa non porta a risultati – sarà difficile ricordare al termine una sola azione da meta delle nostre. Nei minuti finali c’è ancora tempo per l’esordio in azzurro di Vittoria Zanette e per la terza meta scozzese che ci toglie altri 0,37 punti di ranking.
Che dire di una partita in cui le nostre non sembrano essere mai entrate? Va riconosciuto alla squadra di non aver mollato e di aver mantenuto alto lo sforzo in difesa; destano però preoccupazione le perenni incertezze nelle rimesse laterali (soprattutto in quelle che contano), e le difficoltà evidenziate nel mantenere il possesso al contatto, e per conseguenza nel creare fasi offensive. È indubbio che non abbia giovato alla causa la perdita prematura di Ilaria Arrighetti, uscita per un colpo alla testa a metà del primo tempo (poi seguita a pochi minuti dal termine da Gaia Maris a seguito di una pulizia in maul alquanto “robusta”). Ed è altrettanto certo che le azzurre abbiano sofferto la gestione dei punti di incontro da parte dell’arbitra Amelia Luciano, per il momento sicuramente più brillante in laboratorio (ha un PhD in farmacologia da Yale) che sul campo da rugby. Ma questa non è una giustificazione per una prestazione sicuramente in controtendenza rispetto a quanto si era visto contro il Giappone, soprattutto al breakdown.
Meryl Smith placcata da Emma Stevanin (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)
Unica piccola consolazione della giornata: abbiamo comunque superato il Galles nel ranking di poche frazioni di punto grazie alla loro pesante sconfitta. Naturalmente, anche questo modesto guadagno sarà vanificato se non si metterà in campo una prestazione di tutt’altro livello contro di loro venerdì prossimo. Per questo però, notava una sconsolata Elisa Giordano, “occorre allenarsi con un livello diverso di intensità, altrimenti non saremo mai pronte per questo tipo di incontri”. Come cantava anni fa Ornella Vanoni, “Ho perso ancora ma…. domani è un altro giorno, si vedrà”. A breve vedremo se la nostra capitana sarà riuscita a trasmettere il messaggio alle sue compagne.
Cape Town, DHL Stadium, 28 settembre 2024
WXV 2 – I giornata
Italia v Scozia 0-19 (0-14)
Italia: Ostuni Minuzzi; Muzzo, Mannini (21’st. Sillari), Rigoni, Granzotto; Stevanin, Stefan (25 st. Capomaggi); Giordano (Cap.), Veronese, Arrighetti (25’pt. Sgorbini); Duca, Tounesi (25’ st. Frangipani); Seye (34’st. Zanette), Gurioli (1’st. Vecchini), Stecca (1’st. Maris, 35′ st. Seye). A disposizione: Catellani
all. Giovanni Raineri
Scozia: Rollie (30′ st Scott); Grant, Orr, M. Smith (9′ st Thomson), McGhie; Nelson, Mattinson (30′ st Brebner-Holden); Gallagher, McLachlan (9′-21′ st e 30′ st Stewart), Malcolm; Bonar, McIntosh (16′ st McMillan); Belisle (30′ st Clarke), Skeldon (26′ st Martin), Young (34′ st Cockburn).all. Bryan Easson
Marcatrici: p.t 28’ meta Rollie tr. Nelson; 41’ meta Skeldon tr. Nelson, s.t. 37 meta Grant
Arbitra: Amelia Luciano (USA)
gdl: Precious Pazani (ZIM); Angie Bezuidenhout (SARU)
TMO: Chris Assmus (RC)
Cartellini: 26’ Giallo ad Aura Muzzo (Italia);
Nella foto del titolo un attacco della scozzese Coreen Grant, l’azzurra che le si fa incontro è Emanuela Stecca, a terra si intravede Sara Seye (Photo by Johan Rynners – World Rugby/World Rugby via Getty Images)