John Jeffrey ha ritirato la sua candidatura per la presidenza di World Rugby, non essendo riuscito a ottenere il supporto della Scottish Rugby Union.
Jeffrey, 65 anni, era vicepresidente di World Rugby da maggio dello scorso anno e in un primo momento sembrava l’uomo destinato a prendere il posto di Sir Bill Beaumont il prossimo novembre. Inizialmente, infatti, Jeffrey era l’unico candidato, ma i dissidi all’interno della sua stessa federazione ne hanno irrimediabilmente azzoppato il cammino.
Il gruppo dei custodi della Scottish Rugby Union, presieduto dal professor Lorne Crerar, ha scritto a Jeffrey questa settimana per informarlo che non lo avrebbero sostenuto. Senza il loro supporto, Jeffrey, una delle leggende del Grande Slam della Scozia del 1990, ha ritenuto di non poter più continuare la sua corsa e si dimetterà anche dalla carica di vicepresidente di World Rugby, incarico che ricopriva da maggio dello scorso anno quando ha sostituito Bernard Laporte, destituito in seguito a uno scandalo.
La decisione di Jeffrey lascia via libera ai tre candidati rimanenti: Brett Robinson, ex flanker dell’Australia, che, se dovesse vincere, diventerebbe il primo presidente di World Rugby dell’emisfero sud, Andrea Rinaldo e l’ex capitano della Francia Abdelatif Benazzi, che ha annunciato la sua candidatura all’inizio di questo mese.
A proposito di Rinaldo, proprio ieri L’Equipe aveva annunciato a sorpresa il suo ritiro dalla competizione, individuando come causa la sconfitta di Innocenti a Bologna nella assemblea elettiva.
Per lunghe ore la notizia non era stata confutata da alcuno, alimentando le supposizioni che quella dell’ex presidente del Petrarca potesse essere stata una candidatura di parte, legata unicamente all’eventuale conferma di Innocenti alla guida della FIR. Martedì sera, a tarda notte, viceversa, è arrivata la smentita dello stesso Rinaldo che rimane in campo, sostenuto nella sua corsa anche dalla nuova governance federale. Sempre martedì, in un’intervista pubblicata sulla Tribuna di Treviso, proprio Innocenti aveva ribadito che “la considerazione internazionale, la reputazione raggiunta dall’Italia nel corso del suo mandato non è un’invenzione, ma la realtà”…
Il Consiglio della Scottish Union, che ha un ruolo di supervisione, ritiene Jeffrey parzialmente responsabile della crisi finanziaria in cui si trova attualmente il rugby scozzese. La SRU ha registrato una perdita di 10,5 milioni di sterline nell’ultimo anno finanziario e prevede perdite simili per l’anno successivo. Una situazione che mette a rischio dicono fino a 35 posti di lavoro in vari dipartimenti. L’Italia ha chiuso il bilancio 2023 con un disavanzo negativo di oltre 9 milioni e proprio nelle ultime ore ha pubblicato quello di previsione 2024, che annuncia perdite ulteriori per circa 8 milioni.
Jeffrey era stato presidente della Scottish Rugby Ltd, il braccio operativo dell’organizzazione, tra il 2020 e il 2023, prima di dimettersi nell’aprile dello scorso anno. Mark Dodson ha lasciato l’incarico di amministratore delegato all’inizio di quest’anno. Jeffrey è stato sostituito da John McGuigan, mentre successore di Dodson è stato nominato la scorsa settimana Alex Williamson, che entrerà in carica all’inizio del prossimo anno.