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Giorgio Monaco amministratore delegato di Italian Classic XV pone ai tre candidati alcune considerazioni basate sui numeri.

“Sono un osservatore e un libero pensatore, con esperienze di gestione aziendale – dice Monaco, ex mediano di mischia del Milano e del Brescia – di conseguenza il mio pensiero, nel momento in cui si parla di una nuova governance federale è: che business plan facciamo per i quattro anni a venire?”

I candidati hanno presentato ciascuno il proprio programma, chi, come il presidente uscente, in continuità con il passato, chi come Duodo e Giovanelli con non poche preoccupazioni per il futuro delle casse federali.

“Io voglio rovesciare il concetto: ho preso il bilancio 2023, l’ultimo approvato, e fatto il conto delle entrate: al netto della voce “organizzazione manifestazioni sportive internazionali”, circa 6 milioni di cui non mi è chiara la natura e che mettiamo per comodità al servizio delle attività delle nazionali, staff, trasferte etc, ci sono circa 32 milioni di entrate che possiamo considerare più o meno consolidate. Ho detto: partiamo da questo zoccolo duro e vediamo come ripartirlo e come farlo crescere nei quattro anni che vanno dal 2025 al 2028”.

Si arriva, nel 2028, a 77 milioni di entrate: non è una scommessa eccessivamente ardita?

“No, è un piano industriale. Certo, molto provocatorio. In quattro anni dobbiamo raddoppiare le entrate se non vogliamo vivacchiare in una perenne stagnazione. Ho diviso le uscite in otto capitoli di spesa: campionati, sud e scuole sono di competenza e gestione dei club, formazione, struttura, impianti (campi), comitati regionali e comunicazione attengono alla gestione federale. A fianco di ognuna ho messo una cifra che, per me, rappresenta il traguardo da raggiungere nel quadriennio”.

Bene, come si arriva a reperire quelle risorse?

“Me lo deve dire chi vuol fare il presidente, io non sono candidato ad assumere ruoli federali. Ribadisco, la mia è una provocazione: come pensate di operare? Vi accontentante di gestire un business che è già sull’orlo del collasso? Se rilevi un’azienda in crisi (e la Fir lo è…) devi pensare a come rilanciarla”.

Il presidente uscente ha detto che l’alto livello, pardon, “l’alta prestazione” trascinerà tutto il resto. Perché è da lì che arriva il 65% delle entrate.

“Ma lui il prodotto “risultati “lo ha già venduto, almeno per le prossime due stagioni, sponsor e maglia sono già impegnati fino al 2026. Quindi i dividendi dei prodotti su cui lui conta, li ha già incassati, almeno, per le prossime due stagioni. E pertanto, anche se quei risultati arrivassero, le previsioni sono di un bilancio con un disavanzo negativo, non solo per il 2024, ma anche per il 2025 e il 2026. Che business plan è?”.

In quello di cui stiamo discutendo non c’è nulla alla voce “franchigie”.

“Le franchigie devono essere private e vivere con risorse proprie. Lo so è una provocazione. Ma in un bilancio come quello attuale i soldi per sostenerle non ci sono. È inutile girarci intorno: dobbiamo scegliere dove investire per alzare la marea. Poi quando avremo i mezzi delle federazioni avversarie potremo anche noi ragionare di contributi alle franchigie. Non è una presa di posizione a priori: la federazione gallese ha un budget superiore ai 100 milioni, quella scozzese dispone di risorse intono a 70 milioni di euro, noi non arriviamo a 40, e con meno della metà dei soldi degli altri tutto non si può fare. Piuttosto, le Fiamme Oro dovrebbero diventare una risorsa, soprattutto in chiave olimpica, come accade negli altri sport”.

In ogni caso pensare che nel 2028 nella cassa federale possano entrare oltre settanta milioni pare inverosimile.

“Vogliamo arrivare a centomila tesserati, allargare la base, vogliamo invogliare le società a investire in impianti, strutture, vogliamo raggiungere le scuole? Io ho indicato gli investimenti che potrebbero servire per raggiungere quei traguardi: nomi e capitoli di spesa. Mi piacerebbe che chi si propone per gestire la Fir si misurasse con questo piano, nel male e nel bene. Discutiamone insieme. C’è ancora una domanda che vorrei fare”.

Avanti.

“Mi piacerebbe venisse spiegato in modo dettagliato e trasparente dove e come sono stati spesi i soldi che oggi mancano all’appello e che nonostante le entrate di CVC, producono bilanci in perdita per 9 o più milioni, e alla data attuale quale è la situazione di cassa della FIR”.

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