Per la prima volta in 53 anni gli Springboks hanno conquistato due vittorie consecutive in Australia. Match disputato sotto la pioggia battente, su un terreno fradicio, con i Wallabies in vantaggio dopo tre minuti (punizione di Lolesio), la settimana prima ne erano serviti 75 perché la formazione di Joe Schmidt mettesse a segno i primi punti della partita. Sudafrica inizialmente in vena di regali: Cheslin Kolbe passa attraverso la difesa prima di servire l’assist per Sacha Feinberg-Mngomezulu che perde il pallone. Poi Lolesio effettua un calcio radente per Kellaway, Mapimpi intercetta e si invola: il placcaggio di Tom Wright impedisce all’avversario di schiacciare facendogli perdere il pallone a un metro dalla linea di meta.
Australiani disastrosi nel gioco al piede: dai calci spesso avventurosi di Lolesio sono nate alcune delle occasioni più importanti per il Sudafrica. Molti anche gli errori a contatto: i Wallabies erano in attacco a 30 metri dalla meta quando Hunter Paisami si è fatto strappare il pallone, innescando il contrattacco avversario: calcio lungo di Mapimpi per Aphelele Fassi e meta dell’estremo alla bandierina.
All’intervallo, nonostante avessero percorso solo 100 metri contro i 235 del Sudafrica e conquistato un solo break contro i cinque avversari, i padroni di casa erano ancora in partita, 9-11. Avevano mancato meno placcaggi (quattro contro sette) e concesso meno falli (tre contro cinque). Ma tutto è crollato quattro minuti dopo il riposo, quando la maul degli Springboks ha spinto Van Staden in meta, portando il punteggio sul 18-9.
Al 47’ un calcio piazzato di Lolesio ha illuso la squadra di rimanere nella scia del Sudafrica, 18-12, ma va detto che l’attacco degli uomini di Joe Schmidt fino a quel momento era stato soffocato in ogni movimento dalla feroce difesa degli Springboks.
E quando Lolesio, poco dopo l’ora di gioco, ha commesso tre errori in due minuti, sbagliando un calcio, perdendo una presa e non riuscendo a rotolare via sul punto di incontro, il Sudafrica ha annusato il sangue della preda ed è andato per il colpo decisivo. Penaltouche, spinta e Malcolm Marx oltre la linea.
Anche sul 23-12, i Wallabies non si sono arresi. Hanno vinto una mischia e si sono portati a cinque metri dalla linea di meta avversaria. Ci hanno provato due volte, ma sono stati respinti. Hanno scomposto una touche e ne hanno rubata un’altra. Ma ancora una volta la disciplina li ha traditi, prima Harry Wilson e poi Seru Uru (cartellino giallo al 72’). E la maul degli Springboks ha permesso a Marx di segnare ancora.
Per gli australiani, la strada per il ritorno al vertice rimane lunga: molto errori individuali, scelte non sempre precise, in due partite contro il Sudafrica hanno messo a segno una sola meta e ne hanno subite nove. Gli Springboks, con dieci cambi rispetto alla settimana precedente (a riposo il capitano Kolisi, i piloni Malherbe e Steenekamp, il tallonatore Bongi Mbonambi, il mediano Cobus Reinach e i trequarti Arendse, de Allende e le Roux) hanno dimostrato di avere una profondità di rosa, in questo momento senza eguali. Erasmus gongola in attesa di ricevere gli All Blacks alla fine del mese.
Nella foto (Sarugby), la meta di Fassi nel primo tempo.
Perth, Optus Stadium
Arbitro: Paul Williams (NZ)
Australia – Sudafrica 12 -30 (primo tempo 9-11)
Marcatori.
Australia: 4 cp, Lolesio
Sudafrica: 4 mete, Fassi, Van Staden, Marx (2); 2 trasformazioni: Feinberg-Mngomezulu; 2 cp: Feinberg-Mngomezulu.