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“Con un disavanzo, dichiarato nel bilancio 2023, superiore ai 9 milioni, e previsioni non certo rassicuranti per le stagioni a venire (poco meno di 8 milioni il risultato negativo annunciato nel preventivo 2024, ai quali vanno aggiunti ulteriori disavanzi  previsti per complessivi 6 mln per il 2025 e il 2026, ndr), l’ipotesi di un commissariamento della FIR da parte del Coni, in mancanza di interventi drastici di riduzione di costi o sopravvenienze significative, quest’ultime al momento non ipotizzabili, è tutt’altro che remota”, avverte Andrea Duodo, candidato alla presidenza federale alle elezioni del prossimo 15 settembre.

Cosa significherebbe commissariamento?

“Significherebbe lo scioglimento del consiglio federale e la nomina di un commissario il cui primo obiettivo sarebbe quello di riportare il bilancio in pareggio – spiega Duodo -. Quindi tagli indiscriminati senza possibilità da parte del movimento di discuterli o di far sentire la propria voce. Siamo pertanto consapevoli delle difficoltà che ci aspettano sotto il profilo finanziario, ma proprio per questo sarà necessario agire con responsabilità, cercando di ridurre gli sprechi, e concentrando le spese dove sono più necessarie, preservando altresì le risorse necessarie da investire per  la crescita  del movimento Da presidente del collegio  dei revisori ho sottolineato più volte nel corso delle passate stagioni che la situazione stava sfuggendo di mano, ma il mio compito non poteva andare oltre l’avvertimento formale – ascolta qui la dichiarazione dell’ex revisore dei conti – del quale i vertici federali e la loro maggioranza non hanno voluto tenere conto (il consiglio è sovrano nelle scelte)”.

Dove e come si potrà tagliare?

“Contiamo di utilizzare i primi tre/quattro mesi per studiare bene la situazione, in altre parole di utilizzarli per misurare la febbre al paziente, e poi di intervenire con la cura. Sicuramente la chiusura delle due Accademie U23 consentirebbe un risparmio di circa 900 mila euro (600 mila di pertinenza Zebre, 300 mila Treviso); la privatizzazione delle Zebre è un’altra voce non dilazionabile, oggi la franchigia “federale” assorbe, senza contare l’Accademia, più di sei milioni. Pur rispettando il contributo da versare agli eventuali investitori privati (paritetico a quanto corrisposto alla Benetton e quindi inferiore all’attuale) se ne possono risparmiare almeno altri due.

Possiamo e dobbiamo intervenire sulla formazione: la Fir ha a libro paga 300 tecnici, su tutto il territorio nazionale, molti dei quali pagati 3.000 euro all’anno: una cifra che non consente né professionalità, né un impegno costante da parte loro. Bisogna intervenire anche lì, razionalizzando i costi e migliorando nel contempo le possibilità da parte dei club di usufruire di consulenza tecniche di miglior qualità, secondo un calendario certo e continuo. Ci saranno ovviamente da rivedere molte altre spese, ma andrà anche rafforzato il marketing: con costi di gestione ordinaria stabilmente attestati poco sotto i 50 milioni di euro ed entrate sotto i quaranta, l’unica via oltre a quanto detto sopra è avviare una strategia di valorizzazione del brand perché solo così possono arrivare nuove risorse a sostegno di una nuova progettazione”.

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