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Si riparte dal via, la prova di maturità dell’Italrugby è rimandata alla sessione d’esame autunnale, perché la solidità di un gruppo che doveva portarsi in tour le fondamenta costruite durante il più proficuo Sei Nazioni di sempre si sfalda di fronte alla confusione (più che annunciata), al disordine disorganizzato, alle complicazioni ambientali, che la sfida contro Samoa nello stadio naif di Apia si sapeva avrebbe proposto. Vince Samoa (33-25) una partita indecifrabile, imbottita di errori azzurri e di fisico, placcaggi spaccaossa, aggressività individuale, dei padroni di casa, che sembrano essere un’armata messa insieme all’ultimo istante e che invece alla fine dettano la loro legge, che non conosce i canoni del rugby tradizionale, ma che si sa imporre a chi non ha contromosse da mettere in campo.
La sorpresa è che in mischia, là dove si pensava di poter gettare le basi di un dominio prevedibile, Samoa è un orologio di precisione, il resto è l’incapacità azzurra di imporsi con il fisico, di riordinare le idee, di togliere ai padroni di casa l’iniziativa estemporanea ogni volta che c’è da costruire un po’ di gioco con calma. Tutti gli alibi che ci aveva raccontato Gonzalo Quesada alla vigilia dell’avventura nel mondo sottosopra sono reali, il salto indietro nel tempo, i due arbitri aggiuntivi che sostituiscono il Tmo, il cronometro che mai si ferma, il vento che spazza Apia, il gioco non ortodosso degli avversari; erano i tranelli da studiare e domare, ma alla fine hanno vinto loro.

Tutta la delusione dell’Italia sulla faccia del capitano Michele Lamaro a fine gara (Foto Federugby)

Non c’è traccia degli splendidi rilanci di gioco che tanto ci avevano entusiasmato in primavera, è anche difficile raccontare le mete (4 a 3 per Samoa), tutte nate da azioni del momento, mai strutturate, un’idea estemporanea e via, ci si affida al destino e si spera che vada bene. Dopo 7′ di confusione Aiono sbuca dal nulla, dritto per dritto e meta del vantaggio iniziale. È il segnale che gli azzurri non decodificano, anche se poco dopo Ioane vola, si tuffa sulla bandierina, meta non meta, senza Tmo è meta e zitti tutti. Poi Lynagh avvia una delle poche azioni lineari, in piena velocità dialoga di fino con Ioane, altra volata delle sue, pallone restituito al mittente, meta del figlio di Michael. E’ il momento in cui si dovrebbero mettere paletti solidi, imporsi nel nome dell’organizzazione, ma è solo un lampo nel buio.
Si torna al rugby estemporaneo, Samoa ci sguazza e Ah Wong inventa la meta che la tiene in vita: touche in attacco, raggruppamento e lui che passa a mille in mezzo alla mischia azzurra sbigottita di fronte all’idea geniale. Si chiude il primo tempo (12-18), la speranza è che negli spogliatoi più che ricaricare i muscoli, gli azzurri riordino le idee.

Louis Lynagh cerca di sfuggire a un avversario, sua una delle mete azzurre (Foto Federugby)

Niente da fare, la meta di Garbisi arriva da uno svarione altrui su un pallone che piove dal cielo, il vantaggio sembra solido (15-25), ma è solo un’illusione. Samoa sorprende e diventa pragmatica, D’Angelo Leuia con i piedi ci sa fare e decide di piazzare il piazzabile per rimanere incollato alla preda, Toala e Moleli segnano due mete alla samoana, accelerazione, incursione dritto per dritto e chi ha cuore li fermi. Non li fermano. L’Italia ha la possibilità di rimettere le cose a posto, prova qualche sequenza di attacco, guadagna un’infinità di penalties (14 contro 6), ma non sa come trasformarli in bottino prezioso. La touche è un dramma e quando c’è la possibilità di provare qualcosa di concreto il pallone rotola in avanti sul prato. Insieme con le speranze di sentirsi finalmente cresciuti.

Summer Series 2024
Apia Park, Samoa
SAMOA – ITALIA 33-25 (pt 12-18)
SAMOA: Pa’ia’au, Visinia, Leiua, Toala (68’ Moeli), Ah Wong, D’Angelo Leuila, Taumateine (68’ Matavao) , Noa (71’ Mapu), Aiono, McFarland (cap), Slade, Petaia Nee-Nee 68’ Tuimauga), Fepulea’i (75’ Faleiva), Malolo (75’ Tuala), Seiuli (68’Curry).
ITALIA: Gallagher, Lynagh, Brex, Menoncello, Ioane, Garbisi, Varney (54’ Page-Relo), Vintcent (59’ L.Cannone), Lamaro (cap), Izekor (65’ Zuliani), Ruzza, N. Cannone (59’ Edoardo Iachizzi), Ferrari (57’ Zilocchi), Lucchesi (68’ Zarantonello), Fischetti (60’ Spagnolo). Non entrato: Marin.
arbitro: Paul Williams (Nzl)
Mete: 7′ Aiono, 17′ Ioane, 20′ Lynagh, 29′ Ah Wong, 44′ Garbisi, 57′ Toala, 77′ Moleli
Trasformazioni: D’angelo Leuia (7′, 57′), Garbisi (20′, 44′)
Calci piazzati: Garbisi (13′, 35′); D’Angelo Leuia (41′, 49′, 68′)
Cartellini gialli: 18′ Pa’ia’au

Nella foto di apertura i samoani durante l’inno (Foto Lakapisamoa)

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