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Si torna alla normalità, il tour nel mondo sottosopra ristabilisce i valori disegnati sul mappamondo ovale e regala all’Italia una boccata di ossigeno carico dell’umidità che aleggia sull’esotico Teufaiva Stadium di Nuku’alofa, lontanissima capitale dell’arcipelago di Tonga. Agli azzurri basta rispolverare i canoni dell’ortodossia rugbistica per non passare un’altra giornata allo sbando, uno po’ di ordine, qualche buona scelta tattica, la disciplina come imposizione e la grande confusione messa in campo dagli isolani che viene domata senza troppo penare.

Vince (36-14, 5 mete a 2) l’Italia una partita difficile da decifrare, è paziente nel primo quarto d’ora quando deve subire l’urto fisico dei padroni di casa, incassa placcaggi avventurosi senza scomporsi, sempre concentrata sull’obiettivo, che in un giorno così, in uno stadio così, in un contesto così, è solo portare a casa il risultato e la pelle. Un quarto d’ora di sfuriate inconsapevoli, basta aspettare che la tempesta si plachi e arriva la prima azione lineare: la palla viene recapitata all’ala a Jacopo Trulla, lo placcano e lo lasciano andare, lui si rialza e va in meta. La partita scivola via tra qualche svarione della touche azzurra, una mischia che non riesce a imporsi (andrà molto meglio con l’ingresso di Spagnolo e Ferrari), un’indisciplina degli isolani ai limiti della decenza (19 penalties concessi contro 6) e una buona dose di razionalità spesa da chi sa che non può fallire un’altra volta dopo il KO della settimana prima patito ad Apia.

Garbisi gestisce con precisione il gioco al piede, doma il vento alla mezzora dalla piazzola, guadagna metri e territorio appena può per disinnescare il disordine disorganizzato dei padroni di casa. E così prima dell’intervallo ci pensa Ioane a mettere le cose in chiaro: touche, avanzamento, palla fuori e Page-Relo, autore di una prestazione tutto ordine e linearità, che la alza dal prato per l’australiano d’Italia, che lascia la sua postazione per infilarsi in uno spazio libero a pazza velocità. La partita è indirizzata, adesso diventa obbligatorio tenere in mano le redini del puledro imbizzarrito. Si va al riposo (15-0) e la sensazione è che solo un calo di concentrazione possa far cambiare l’ordine dei fattori, in casi del genere non si può prescindere dal risultato.

Una delle touche sbagliate dall’Italia, Lorenzo Cannone, alzato dai compagni si vede superato dal pallone (Foto Federugby)

Alla ripresa dei giochi Gonzalo Quesada offre ossigeno ai suoi punti fermi fiaccati da una stagione infinita: dentro Zambonin, Vintcent e Niccolò Cannone, poco dopo la prima linea al completo e la mischia diventa punto di riferimento stabile, non si perde più un ingaggio e si guadagna un calcio di punizione dietro l’altro. Tonga prova a riaprire i giochi con la meta estemporanea di Taulani, ma non è giornata di saldi e subito dopo Lamaro concretizza un break mortifero di Menoncello in mezzo al campo (il migliore dei suoi, sempre devastante quando c’è da fare la differenza in attacco), seguito da uno di quei di rilanci di gioco in cui Nacho Brex torna a essere regista occulto di ogni idea offensiva. Si va avanti in sicurezza, Tonga all’arrembaggio e l’Italia serena nella gestione delle operazioni, non c’è spazio per lo spettacolo, ma certi giorni è giusto badare al sodo. Ale Garbisi si prende il suo momento di gloria scovando il varco giusto aperto da un’infinita serie di pickn’go dei suoi avanti, la meta dello zebrato Paea è un lampo nel buio, prima della meta di punizione guadagnata dalla mischia azzurra, epilogo scontato di un umido pomeriggio di dominio.

Vittoria doveva essere per schivare il rischio della prima crisi passeggera dell’era Quesada e ridare ossigeno al computer che gestisce il ranking (+ 0,99 punti per l’Italia) che aveva subito un contraccolpo negativo dopo la sciagurata prestazione di Samoa. Domenica 21 luglio il tour si chiuderà in Giappone, si tornerà alla normalità e alla possibilità di pensare più al rugby che ad avversari disegnati in fattori ambientali sconosciuti. Sarà il giorno giusto per offrire conferme.

Tonga v Italia 14-36 (primo tempo: 0-15)

Tonga: Filimone; Inisi, F. Paea, Fekitoa (65’ Foliaki), Saumaki; Faiva (77’, Ma’asi, 84’ Tameifuna), Aisea Halo; Taulani (50’ Moala-Liava’a), Lokotui (71’ M. Paea), Kaifa; Mataele (72’ Finau), Coleman; Tameifuna (60’ Felemi), Lopeti-Moli (60’ Sakalia), Fukofuka (77’ Koloamatangi). all. Tu’ifua
Italia: Capuozzo; Trulla, Brex, Menoncello, Ioane; Paolo Garbisi (65’ Marin), Page-Relo (57’ Alessandro Garbisi); Lotenzo Cannone, Lamaro (64’ Niccolò Cannone), Zuliani (43’ Vintcent); Ruzza (41’ Zambonin), Iachizzi (46’- 58′ Niccolò Cannone); Riccioni (57’ Ferrari), Nicotera (68’ Lucchesi), Fischetti (52’ Spagnolo) all. Quesada 
arbitro: Schneider (Argentina)

Marcatori: 18’ meta Trulla; 29’ cp. P. Garbisi; 33’ meta Ioane tr. P. Garbisi ; secondo tempo: 44’ meta Taulani tr. Faiva; 49’ meta Lamaro tr. P. Garbisi; 63’ meta A. Garbisi tr. P. Garbisi; 76’ meta F. Paea tr. Faiva; 84’ meta di punizione Italia
Cartellini: 44’ st. Koloamatangi (Tonga)

Nella foto del titolo (Federugby), Lorenzo e Niccolò Cannone con Ange Capuozzo.

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