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Finisce a Sapporo il tour esotico dell’Italrugby, tre settimane in cui si sono spremute le ultime riserve di energie da chi per 14 mesi è stato sempre sul pezzo, nessun esperimento come Gonzalo Quesada ci ha spiegato per aver ricevuto precise richieste dall’alto, e obbligo di consolidare quanto di prezioso raccolto durante l’ultimo Sei Nazioni.

Si chiude contro l’evanescente Giappone di Eddie Jones con una prestazione concreta nel risultato (42-14, 5 mete a 2) e indecifrabile nello svolgimento, con un’Italia superiore in ogni fase di gioco che ogni tanto precipita dentro repentini vuoti d’aria e si espone alle folate degli imprevedibili, nulla di più, giapponesi. Sarà un caso, ma dalla partita escono indicazioni positive sulla crescita coerente di Trulla e Zambonin, i due che hanno meno minuti in azzurro del gruppo. Forse si poteva osare un po’ di più andando a pescare tra la freschezza giovane, i tour servono anche a questo, ma qui bisognava vincere e allora bene così.
Prendiamo quanto di buono ci offre la giornata passata al Sol Levante, con Capuozzo esplosivo quando c’è da mettere in moto le gambe (una meta e mezzo per l’estremo), che va prima in meta chiudendo un bel fraseggio Brex-Garbisi con una sterzata improvvisa verso l’interno e poi inventa un blitz nel cuore della difesa giapponese, galoppa a briglia sciolta per 50 metri prima di regalare il pallone della gloria al gigante Zambonin, perfetto nel farsi trovare in sostegno al momento giusto.

Zambonin festeggia Capuozzo dopo la meta, poco dopo segnerà anche la seconda linea azzurra (Foto Federugby)

Arrivano conferme dall’opzione Page-Relo quando c’è da fare raccolto per trasformare in punti le fatiche conquistate nella terra di nessuno. Il suo calcio di lunga gittata è manna dal cielo, un percorso netto (3 su 3) da oltre metà campo che vale 9 punti pesanti, dà boccate di aria fresca e si conferma ottima alternativa tattica da sfruttare quando ci sarà bisogno di fare punti in situazioni più complicate. L’Italia vince la partita del gioco tattico, Paolo Garbisi (spaventa il suo ko al 65′, quando resta immobile vittima di una ginocchiata fortuita alla tempia) gestisce senza apprensione con il piede, ma perde quella della disciplina: 16 calci concessi agli avversari sono un’enormità, come enorme è la difficoltà il dover giocare per mezzora con un uomo in meno per i cartellini gialli rimediati in successione (falli ripetuti) da Vintcent e Trulla e, in chiusura da Lucchesi (placcaggio alto).

 

 

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Il sudafricano d’Italia, Ross Vintcent, dimostra di non partire titolare per grazia ricevuta, nel gioco aperto è una delizia vederlo all’opera, come quando se ne va da solo su un pallone di recupero, calcia per sé stesso, raccoglie e offre a Page-Relo un invito a volare in meta. La sua meta che chiude il conto, uscita dalla mischia palla in mano e volata solitaria sulla bandierina, è il premio a una prestazione solida.

Da rivedere la touche, l’Italia ne perde 4 su proprio lancio, fa peggio il Giappone con 8 regali, è come se al momento di scegliere si mettesse la mano nel sacchetto dei numeri della tombola e ci si affidi alla fortuna.
Finisce con le mete di Alessandro Garbisi, bravo a rimanere lucido dopo aver visto il fratello lasciare il campo privo di sensi, e i calci infiniti di Page-Relo, che mettono argine allo svarione vissuto a cavallo dell’intervallo, quando Riley, centro dei Brave Blossoms, fa doppietta trasformando in oro due palloni che vagano per il campo privi di padrone. Va in archivio il tour delle difficoltà ambientali, dell’inizio da brividi contro Samoa, delle vittorie dovute con Tonga e Giappone e alla fine il bilancio è positivo. Ma la sensazione è che in molti avrebbero fatto a meno di questo infinito viaggio nell’altro mondo. Ma forse è solo una sensazione.

Giappone v Italia 14-42 (primo tempo 7-24)

Giappone: Yazaki; Nakaibula, Riley, Tua, Osada (22’ st. Yamasawa); Matsuda (8’ st. Lee), Koyama (1’ st. Fujiwara); Makisi, Leitch (cap), Saumaki (14’ st. Tatafu); Dearns, Kuwano (1’ st. Waqa); Takeuchi (29’ st. Tamefussa), Harada (14’ st. Sakate), Mohara (37’ pt. Okabe). all. Jones
Italia: Capuozzo; Lynagh (4’ st. Zanon); Brex, Menoncello (36’ st. Page-Relo), Trulla; Garbisi P. (27’ st. Marin), Page-Relo (20’ st. Garbisi A.); Cannone L. (26’ st. Ruzza), Lamaro (cap, 20’ st. Zuliani), Vincent; Zambonin, Cannone N.; Riccioni (7’ st. Ferrari S.), Nicotera (7’ st. Lucchesi), Fischetti (7’ st. Spagnolo). all. Quesada
arb. Ridley (Inghilterra)

Marcatori: 4’ cp. Page-Relo; 8’ meta Capuozzo tr. P. Garbisi; 12’ meta Page-Relo tr. P. Garbisi; 35’ meta Zambonin tr. P. Garbisi; 41’ meta Riley tr. Matsuda; secondo tempo 43’ meta Riley tr. Matsuda; 47’ cp. Page Relo; 60’ cp. Page-Relo; 72’ meta A. Garbisi tr. Marin; 41’ meta Vintcent

Cartellini gialli: 30’ Vintcent; 53’ Trulla; 73’ giallo Lucchesi

Nella foto di apertura la meta di Martin Page-Relo, in totale il mediano ha segnato 14 punti  (foto Instagram/Federugby)

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