L’Inghilterra va vicino all’Eden ma gli All Blacks chiudono le porte del loro Paradiso: va così da 30 anni e da 49 partite. Ultimi a farcela i francesi che celebrarono fondando una linea d’abbigliamento: Eden Park. Il simbolo è un farfallino rosa.
I Neri vincono 2-0 la breve serie. A Dunedin di un punto, 16-15, di sette ad Auckland in fondo a un match segnato e scandito da numeri di alta scuola (Marcus Smith e Beauden Barrett) e da un livello ondivago nei canoni principali del gioco: la mischia inglese inizia soffrendo, specie con Stuart, e migliora, la touche neozelandese comincia balbettando davanti all’aggressività di Maro Itoje e George Martin e non può che progredire.
Scott Robertson, alle prese con molti addii e molti infortunati, sa che questi Blacks non hanno ancora il colore pieno del lutto riservato all’avversario. Dovrà lavorare, dovranno lavorare. Steve Borthwick aveva vinto ai punti il primo test e ha perso il secondo: l’efficacia delle terze linee nei primi 80’ non ha concesso il bis. E sono mancati i contrattacchi di George Furbank, infortunato alla schiena e sostituito dal rispolverato Freddie Steward.
Dopo dieci minuti frenetici, è Tele’a a portare avanti il Blacks dopo un attacco frontale, portato in profondità da Savea. L’ala che sguscia è molto brava ad evitare che la gamba destra non entri in contatto con il terreno… esterno. La replica è immediata: il calcio-passaggio di Marcus Smith incrocia il campo da sinistra a destra, lunghissimo, preciso: Emmanuel Feyi-Waboso raccoglie, si insinua tra Jordie Barrett e Perofeta. Tutto molto bello e replicato appena oltre lo scadere: ancora Smith, con disarmante facilità del gesto. Tommy Freeman vola altissimo e schiaccia: 13-14.
Il punteggio si allarga, 13-17, dopo una punizione del calligrafico Marcus. È passata un’ora, l’impresa è lì. La scossa arriva da Beauden Barrett che da panchinaro si trasforma in giustiziere dell’Inghilterra: trova un corridoio con quel suo assetto di corsa senza dispersioni, penetra una difesa che sino a quel punto aveva concesso poco, porge a Tele’a. È doppietta e meta del sorpasso quando mancano i 20’ che Barrett riempirà di intuizioni, di magnifici calci di spostamento (tutti meno uno), di un doppio calcio a seguire e con un salvataggio finale sull’ultimo assalto degli inglesi, una supermaul che prova a lanciare, come punta di lancia, Jamie George. È Beauden che ficca la mano sotto il pallone impedendo che tocchi terra oltre la linea. Le elucubrazioni finali tra Berry e il Tmo portano alla decisione che c’era ostruzione da parte Ollie Lawrence: punizione per gli All Blacks e sipario.
In questi trent’anni soltanto Sudafrica e Lions hanno strappato un pareggio a Auckland. Eden Park è Eden Garden.
Nuova Zelanda – Inghilterra 24-17 (primo tempo 13-14)
Nuova Zelanda: mete: Tele’a (2); trasformazioni: McKenzie; cp: McKenzie (4)
Inghilterra: mete: Feyi-Waboso, Freeman; trasformazioni: M. Smith (2); cp: Smith
Nella foto di apertura Bauden Barrett nello scatto che ha portato alla seconda meta di Tele’a (Foto nzherald.co.nz)