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Vedi Antoine Dupont che schiaccia in meta e fa vincere i suoi con l’Uruguay e pensi che bella questa favola francese del migliore giocatore del mondo che ha rinunciato al Sei Nazioni per prepararsi alle Olimpiadi organizzate dal suo Paese, a Parigi. Ma anche che spettro si palesava all’orizzonte con la remota possibilità, in caso di pareggio, dell’eliminazione della Francia nella fase a gironi, eliminazione come alla Coppa del Mondo dello scorso anno, là ai quarti, choc collettivo di tutto un movimento e Galthier, allenatore francese, che dà la colpa anche a Dupont. Invece no. Meta e sospiro di sollievo. Poi contro Fiji la sconfitta (19-12) che vale il secondo posto per differenza punti (0) sugli Stati Uniti (-10) che comunque si qualificano. Il che significa che nei quarti la Francia incontrerà l’Argentina seconda del gruppo B con un bizzarro abbinamento (guarda caso sembra a favore della Francia che da seconda non incontra una prima). Gli altri abbinamenti dei quarti di finale sono Nuova Zelanda-Sudafrica, Fiji-Irlanda e Australia-Usa.

Iosefo Masi taglia la difesa irlandese e va a segnare una meta decisiva (Foto Mike Lee – KLC fotos per World Rugby)

La prima sorpresa arriva nella prima semifinale, il Sudafrica elimina la Nuova Zelanda 14-7. Poi tocca alla Francia che contro l’Argentina sembra soffrire, ma poi controlla e allunga grazie ancora a Dupont che segna la meta del definitivo 26-14. Il sogno dell’Irlanda svanisce ancora una volta nei minuti finali quando già Fiji temeva la prima sconfitta nella storia delle olimpiadi. Finisce 19-15. Difesa aggressiva, invece, l’arma vincente dell’Australia contro gli Usa per un 18-0 finale e una partita giocata di fatto nella metà campo degli americani. Le semifinali sono Francia-Sudafrica sabato alle 15,30 e Fiji-Australia alle 16. Finale per il bronzo alle 19 e per l’oro alle 19,45.

Ma ci piace o no il rugby a 7? Ai quasi 140mila spettatori (record di presenze) che in due giorni hanno affollato il rinnovato Stade de France diremmo di sì. Anche perché in pieno spirito olimpico non c’era una sola squadra da tifare, ma tutte le partecipanti al torneo con partite ogni 30 minuti, così di volta in volta ecco inquadrati i tifosi variopinti delle squadre che si stavano per affrontare. Ma è davvero un grande spettacolo? Intanto è un altro sport rispetto a quello a quindici. E’ nato a Melrose, in Scozia, nel 1883 per raccogliere fondi a sostegno del club locale. Di Ned Haig, garzone di macelleria, e il suo capo David Sanderson,  l’idea di organizzare un torneo con squadre di sette giocatori e tempi di 7 minuti con uno di riposo fra un tempo e l’altro (oggi sono due), questo permetteva di rendere il torneo più veloce e abbassare i costi di organizzazione. Oggi è un fenomeno mondiale con un circuito a tappe che porta a una finale per decretare, in campo femminile e maschile, il campione dell’anno. Quello per gli uomini nel 2024 è la Francia e per le donne l’Australia.

Gli austyraliani suonano la campana del vincitore dopo la vittoria contro il Kenya (Foto Mike Lee – KLC fotos per World Rugby)

Sette giocatori e stesso campo di gioco del XV portano a una filosofia diversa. Nel 7 i contatti si cercano di evitare per risparmiare energie, nel 15 i punti di incontro sono il fulcro di tutto; qui i giocatori devono essere atleti completi, veloci, con grandi capacità tecniche nel gioco alla mano, con una grande preparazione fisica, là, nel rugby a 15, come sappiamo, servono giocatori dalle caratteristiche diverse, ci sono i veloci e quelli meno veloci, quelli che passano bene e quelli un po’ meno. Infine più che un gioco di squadra in senso lato il rugby a 7 è un gioco di individualità che sono squadra più sul piano mentale che fisico, singole cellule di un organismo, sanno tutte cosa fare, ma possono farlo singolarmente. Per certi versi è il rugby che giocavano i tre-quarti quaranta anni fa, incroci, finte, cambi di direzione, corse improvvise finché non mi prendono e solo allora la passo a chi arriva. Ripensando a quegli anni sì ci piace, lampi improvvisi, performance straordinarie per velocità e gioco di gambe in lunghi momenti di studio.

Nella foto di apertura Antoine Dupont segna la meta decisiva contro l’Uruguay nella seconda partita della Francia ai giochi olimpici (Foto Mike Lee – KLC fotos per World Rugby)

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