vai al contenuto principale

A cosa serve un tour estivo? La risposta a questa domanda l’ha data la Francia. Ha portato in Argentina un gruppo di giovani, molti esordienti, un paio di giocatori titolari nel 15 che ha fatto il mondiale e stop. Serin (44 presenze, mediano di mischia del Tolone) lo ha fatto capitano. “Se vuoi essere tu il vice di Dupont fatti avanti”, gli ha fatto intendere il ct francese. E lui lo ha ripagato segnando la prima meta contro l’Argentina con un calcetto a seguire proprio modello Dupont. Jaminet (20 presenze, estremo anche lui titolare a Tolone) lo ha fatto partire dalla panchina. Nessuno dei giocatori di maggior nome è salito sull’aereo. Sarà un caso ma la squadra di Galthié  è l’unica dell’emisfero nord ad aver vinto (13-28) nel primo weekend di test. Non solo ha vinto, ma ha dominato l’Argentina per freschezza fisica, idee e aggressività. E l’Argentina in casa non è un buon cliente per nessuno. I tour servono a dare minutaggio ai giovani, a trovare soluzioni alternative, a far fare esperienza. Anche a costo di perdere qualche incontro.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da France Rugby (@francerugby)


Ma la Francia non ha perso, al contrario ha vinto con 8 esordienti assoluti nel primo 15, cinque erano dei 2003 (tutta 2003 e tutta esordiente la terza linea: Joseph, Jegou e Mouchi) e uno, Theo Attissogbe, classe 2004, ha segnato la meta più bella dell’incontro. Esordienti, certo, ma comunque figli di una stagione internazionale strordinaria (tre Coppe del mondo Under 20 vinte). La cosa importante, ed esempio per tutti, è che questi “enfants terribles”, sono tutti utilizzati nel Top 14, ovvero uno dei campionati più duri della Terra. Non solo, Attissogbe che gioca a Pau, è stato il secondo giocatore della sua squadra come minuti giocati (1861 in 21 match, con sei mete segnate).

La meta di Antoine Frisch, anche lui era uno degli esordienti schierati da Galthié (Foto Instagram Francerugby)

La nostra serie A elite gli azzurrini li snobba, preferisce seconde e terze scelte straniere. E’ anche vero che società e federazione, al contrario di quanto avviene in Francia, non fanno sistema, non dialogano, anzi si abbaiano contro. Così la tanto desiderata profondità sui ruoli chiave la affidiamo solo alle due franchigie, una vincente e una no (vedremo se Brunello riuscirà a invertire la rotta), con l’esperimento delle Accademie di franchigia quanto meno da rivedere.

Cosa dice il TMO all’arbitro? Ascoltate bene le comunicazioni bunker-referee

Poi ci sono le ambizioni. Quella degli azzurri, meglio sarebbe dire del presidente Innocenti che lo ha chiesto più volte, era di battere chi ti sta dietro nel ranking. E per far questo bisogna far giocare i titolari, i più forti. Ma i più forti sono spompati da oltre un anno ininterrotto di gioco e di botte, dal miglior Sei Nazioni di sempre, dalla grande stagione del Benetton. Primo risultato? Con Samoa abbiamo perso e nel ranking l’Australia che ha battuto il Galles ci supererà. Alla fine Gonzalo Quesada per questo tour ha convocato quattro esordienti, un francese, Zarantonello, che ha giocato nella nazionale Under 20, ma dei transalpini, due Under 20 dell’Italia, Mey e Odiase che per giocare ad alto livello sono emigrati in Francia (Clermont il primo e Oyonnax il secondo) e Matt Gallagher, di formazione inglese ma con mamma italiana, che da Bath andrà al Benetton. Fuori dalla lista per far posto a chi ha giocato tantissimo i vari Hasa, Favretto, Ribaldi, Marini, Gesi, Montemauri. “Contro Tonga cambieremo qualcosa, servono giocatori freschi, ma senza ripartire da zero”, dice il ct. Forse avrà invidiato Galthié che ha quella profondità e che non deve dimostrare niente a nessuno. Né salvaguardare il ranking.

Nella foto di apertura la gioia dei francesi per la conquista del primo test contro l’Argentina (Foto France Rugby)

Torna su