Il cammino verso i playoff del Benetton Treviso continua a essere un rebus che la sconfitta (38-34, 5-5 il conto delle mete, 5-2 quello dei punti in classifica) al Ravenhill Stadium di Belfast, tempio dei rossi dell’Ulster, non fa altro che trasformare in un rompicapo dalla soluzione imprevedibile. Partita pirotecnica, bella e brutta nello stesso tempo, che va avanti a ondate di qua e di là, con Treviso spettacolare nella prima mezzora e imbarazzante subito dopo, quando smarrisce il lume della ragione in difesa e vive costantemente in affanno sotto ai colpi delle infinite multifasi che sono marchio di fabbrica di ogni squadra irlandese che si rispetti.
Pronti via e l’impressione è che possa essere la serata giusta per limitare il bilancio in rosso dei precedenti (21 incontri solo 2 successi Benetton), perché Treviso avanza, è preciso e paziente, difende che è uno spettacolo e forza i tempi in ogni punto di incontro. La logica conseguenza, dopo 6′, è la magnifica meta di Menoncello che conclude sulla bandierina un’azione infinita nobilitata dai break di Albornoz prima, Marin poi e un preciso passamano finale tra Umaga e Smith che serve una delizia di pallone al giocatore più forte dell’ultimo Sei Nazioni. Umaga dalla piazzola non è in serata (lascerà per strada 7 punti sanguinanti), ma tant’è, al momento sembra un dettaglio ininfluente.
Si riparte, Ulster trova un muro davanti al suo desiderio di riscossa, si schianta contro una difesa ordinata e muscolare, fino al primo allarme, al buco dell’eterno mediano di mischia Cooney (mvp di giornata e un 7/7 dalla piazzola che farà la differenza) che con un offload di rara perfezione lancia nello spazio la cavalcata di Stewart. Ulster è avanti (7-5), ma l’impressione è che possa succedere di tutto, la partita è viva, gli errori da una parte e dall’altra sono merce rara. Treviso torna a mettere il naso avanti quando Scrafton ruba una touche in attacco e fa partire un’altra multifase dei suoi nel cuore dei 22, Ulster è in affanno e sotto ai pali commette la più plateale delle ostruzioni nel gioco a terra. Umaga non può sbagliare il piazzato e regalarsi un effimero vantaggio (8-7). Nello stesso momento in cui si ritrova avanti il Benetton sembra perdere di energia, subisce la reazione dei padroni di casa, va in tilt in difesa e lascia la porta aperta alla meta di Clothers e a quella sanguinante di Stockdale che assicura ai suoi un riposo di tranquillità (21-8 al cambio di campo).
La meta di Halafihi al quarto d’ora della ripresa (URC)
Il secondo tempo diventa un fuoco pirotecnico, Ulster dà l’impressione di gestire le operazioni, ma appena c’è un pallone vagante è Treviso a trasformare in oro la minima delle indecisioni altrui. Uren raccoglie dalla spazzatura un pallone impossibile e prende di infilata la difesa spaesata, Umaga si lancia nel pertugio giusto e vola in meta. La reazione dell’Ulster è violenta e si concretizza nella meta di Addison che vale il punto di bonus offensivo. Poi Halafihi che sfrutta un bel break di Menoncello e, subito dopo, Nemer che strappa di mano agli avversari nel mezzo di un raggruppamento furioso l’ovale per tuffarsi in meta e acchiappare il punto di bonus anche per Treviso, riportano tutto al punto di partenza (28-27). Ma è un attimo, la risposta è di nuovo furiosa, una fase dopo l’altra, sempre in avanzamento e Izuchucwu chiude la lunga serie di sportellate con un tuffo sotto al mucchio selvaggio. La serata sembra diventare un incubo, Ravenhill canta a squarciagola «Stand Up for the Ulster men», Benetton si ritrova con la lingua penzoloni, un pugno di mosche in mano e gli avversari che di colpo mettono la freccia in campo e, peggio del peggio, in classifica. L’ultima sfuriata, però, è degli ospiti, Albornoz è elettrico (il migliore in casa Benetton), sul fischio di chiusura gioca veloce per sé stesso un calcio di punizione e scova il pertugio che si trasforma nel secondo punto di bonus per i suoi. Poteva andare peggio, ma la lotta per i playoff per Treviso è sempre più un mucchio selvaggio con cui dover fare i conti. Forse quell’ultima impennata di orgoglio dell’apertura argentina potrebbe fare la differenza.
Ulster – Benetton 38-34 (primo tempo 21-8)
Ulster Rugby: 15 Mike Lowry, 14 Rob Baloucoune, 13 Will Addison (74′ Luke Marshall), 12 Stuart McCloskey, 11 Jacob Stockdale (43′ Ethan McIlroy), 10 Billy Burns, 9 John Cooney (76′ Dave Shanahan), 8 David McCann, 7 Reuben Crothers, 6 Dave Ewers (57′ Greg Jones), 5 Alan O’Connor (C) (64′ Cormac Izuchukwu), 4 Harry Sheridan, 3 Scott Wilson (64′ James French), 2 Tom Stewart (74′ John Andrew), 1 Eric O’Sullivan (53′ Andrew Warwick). Head Coach: Richie Murphy.
Benetton Rugby: 15 Jacob Umaga, 14 Leonardo Marin, 13 Tommaso Menoncello, 12 Marco Zanon (76′ Filippo Drago), 11 Rhyno Smith, 10 Tomas Albornoz, 9 Andy Uren (57′ Alessandro Garbisi), 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (c) (48′ Toa Halafihi), 6 Alessandro Izekor, 5 Edoardo Iachizzi (64′ Riccardo Favretto), 4 Scott Scrafton (40′ Niccolò Cannone), 3 Simone Ferrari (52′ Tiziano Pasquali), 2 Giacomo Nicotera (47′ Gianmarco Lucchesi), 1 Thomas Gallo (52′ Ivan Nemer, 74′ Thomas Gallo). Head Coach: Marco Bortolami.
Arbitro: Sam Grove-White (SRU).
Marcatori: 5′ meta Menoncello, 15′ meta Stewart tr. Cooney, 24′ cp Umaga, 32′ meta Crothers tr. Cooney, 39′ meta Stockdale tr. Cooney; secondo tempo: 46′ meta Umaga, 49′ meta Addison tr. Cooney, 56′ meta Halafihi tr. Albornoz, 62′ meta Nemer tr. Albornoz, 65′ meta Izuchukwu tr. Cooney, 73′ cp Cooney, 80′ meta Albornoz tr. Albornoz.
Cartellini gialli: 80’ Marshall
Nella foto di apertura, un calcio piazzato di John Cooney (foto URC)