Era l’ultima partita con la maglia della Nazionale di Peter O’Mahony, alla vigilia del giorno di San Patrizio. E a Dublino l’Irlanda è riuscita a non rovinarsi la festa. Al termine di una partita di grande intensità, senza dubbio dominata sotto il punto di vista del possesso (58-42) e del territorio (65-35) i Verdi l’hanno spuntata sulla Scozia 17-13 aggiudicandosi il secondo Sei Nazioni consecutivo, senza bisogno di conoscere il risultato di Francia-Inghilterra, ultimo match del torneo.
Gli uomini del ct Andy Farrell mettono alle spalle la sconfitta con gli inglesi di una settimana prima, che li ha costretti a rinunciare all’idea di totalizzare addirittura due Slam in due anni. Stavolta il percorso non è stato di sole vittorie e dopo tre partite vinte assai nettamente (contro Francia, Italia e Galles) il loro cammino si è fatto più difficile. Ma alla fine il trofeo è rimasto a Dublino, senza discussioni. Lo avrebbero con ogni probabilità conquistato anche perdendo, a patto di fare almeno un punto di bonus, ma chiudere con un successo ha tutto un altro sapore.
Onore alla Scozia, però. Innanzitutto alla sua difesa, ai 239 placcaggi messi a referto (118 quelli della squadra di casa), a uno spirito di sacrificio che in più di un’occasione ha contribuito a evitare mete che sembravano ormai fatte.
Il primo tempo è stato più equilibrato, con una meta abbastanza episodica dei padroni di casa: lancio in touche totalmente sbagliato da parte del tallonatore scozzese Turner, a scavalcare le due file dello schieramento, e palla raccolta dal suo “collega” irlandese Sheehaa+n che doveva percorrere solo pochi metri prima di andare a segnare. Seguiva la trasformazione di Crowley. Prima e dopo due calci piazzati di Russell. Al riposo le squadre andavano sul 7-6, con il “sospetto” che l’Irlanda potesse piano piano demolire la squadra di Greg Townsend.
In effetti, si cominciava a giocare in una sola metà campo. Subito un calcio di Crowley, poi una pressione offensiva costante, con più di un’occasione sventata dagli uomini in blu. Una meta-non meta di Furlong, non concessa in assenza della prova tv del tocco decisivo. Un placcaggio capitale di Christie (difensore superbo) su Nash a un metro dalla linea. Una penaltouche irlandese seguita da una raggruppamento in spinta a cui partecipavano anche i trequarti, con la Scozia che si salvava ancora.
La capitolazione arrivava al 25’. L’ennesimo arrembaggio nei pressi della linea di meta, Henshsaw che stava per toccare ma veniva prodigiosamente “stoppato” da Redpath, il fischio dell’arbitro che aveva contato tre infrazioni della squadra in difesa, il cartellino giallo ad Ashman, infine la punizione giocata sotto i pali per la meta in sfondamento di Porter.
Crowley trasformava ed era 17-6. Ma la Scozia non era domata. Al 36’ il giallo toccava a un irlandese, Byrne, per un contatto testa-contro-testa con Russell e due minuti dopo arrivava il pezzo di bravura di Huw Jones, che riceveva dallo stesso Russell e andava via a tre uomini. Meta trasformata e sul meno 4 il match si poteva ancora riaprire. Ma non è andata così. All’Irlanda il titolo, alla Scozia un punto di bonus che, a seconda del risultato tra Francia e Inghilterra, potrebbe anche servirle a conquistare il terzo posto finale.
Irlanda-Scozia 17-13 (primo tempo 7-6)
Per l’Irlanda: 2 mete (Sheehan 13’, Porter 65’); 1 calcio piazzato (Crowley 43’), 2 trasformazioni (Crowley 13’ e 65’). Calci piazzati: Crowley 3 su 4. Cartellino giallo a Byrne (76’)
Per la Scozia: 1 meta (H. Jones 78’), 2 calci piazzati (Russell 8’ e 17’), 1 trasformazione (Russell 78’). Calci: piazzati: Russell 3 su 3. Cartellino giallo ad Ashman (65’)