Irlanda 15 punti, Scozia 12, Inghilterra 8, Francia, Galles e Italia 3. Due giornate al termine e uno scontro, quello dell’ultima giornata a Dublino tra le due prime in classifica, che – salvo sorprese – assegnerà il trofeo delle Sei Nazioni.
Tutto giusto? I conti tornano? Neanche un po’. Perché la Scozia non ha 12 punti, ne ha solo 9. E la Francia ne ha 6, e non 3. Però il ragionamento di cui sopra sarebbe stato perfettamente in piedi se solo… Ecco, parliamo di arbitri, tra la seconda e la terza giornata del torneo.
Perché proprio alla seconda giornata l’australiano Nic Berry ci ha messo del suo a determinare il risultato finale di Scozia-Francia. Ultima azione del match, Francia in vantaggio a Edimburgo 20-16 ma sotto pressione. È Sam Skinner a provare lo sfondamento che darebbe la vittoria ai Blu del Cardo. Meta, non meta? Beh, chiediamolo al Tmo, allora. Facile come bere un bicchiere d’acqua, non fosse che – a quanto pare – World Rugby spinge affinché gli arbitri esprimano comunque un’opinione in un certo senso “condizionante”. Insomma, l’arbitro è l’arbitro, perbacco, non vorremo mica togliergli la direzione della gara…
Ragionamento un po’ ipocrita, visto che si sono visti referee richiamati davanti al video per infrazioni, a volte anche abbastanza veniali, da far risalire a diverse fasi di gioco prima. Ma tant’è, vediamo intanto se l’arbitro si è fatto un’opinione. Che avrà il suo peso.
E allora ecco che Berry dice la sua: “Per me non è meta, ma se è evidente il contrario cambiamo la decisione”. Si mette all’opera il Tmo, l’irlandese Brian MacNeice, le immagini “suggeriscono” che quella di Skinner non poteva non essere meta, perché la dinamica dell’azione sembra chiara: manca però la “pistola fumante”, manca il preciso fotogramma in cui si vede il pallone toccare terra, così il Tmo non può parlare di “evidenza” e la Francia salva il risultato. Con l’aggravante che in un primo tempo Berry sembrava propenso a tornare sui suoi passi. Un bel pasticcio.
Senza l’”opzione” dell’australiano, la decisione (e quindi la sorte dell’incontro) sarebbe cambiata? Possibile, addirittura probabile.
Un altro arbitro, l’esordiente inglese Christophe Ridley, ha formulato a sua volta una domanda al Tmo, il connazionale Ian Tempest, al settimo minuto della sfida di tra Francia e Italia. Il capitano transalpino Ollivon si fionda verso l’area di meta, Ridley sembra per un attimo avere anche la visuale impedita da uno dei pali ma questo non gli impedisce di emettere il suo parere, riferendolo al proprio collaboratore: “Per me è meta, a meno che non ci sia stato un passaggio in avanti”. “Ok, non c’è stato”. Perfetto, meta alla Francia.
Perfetto mica tanto. Il Tmo ha risposto all’arbitro sulla specifica questione dell’”in avanti”. Ma non si è spinto oltre, non gli ha detto che – come al video pareva abbastanza evidente – il pallone non era stato schiacciato a terra. Niente tocco e niente meta, basta dirlo all’arbitro. Ma qui entra in gioco un’altra avvertenza: a meno che non ci siano certezze assolute, il Tmo non può esprimere valutazioni che vadano al di là di quanto è stato loro chiesto.
La meta è fantasma quanto quella di Edimburgo, ma il risultato è differente e in entrambe le volte a beneficiarne è la Francia.
Bene, allora troviamo il modo di fare un elogio supplementare ad Andrea Piardi, che sabato – arbitrando Irlanda-Galles – è stato il primo italiano a dirigere un match del Sei Nazioni (a livello seniores maschile, per la precisione). Azione confusa all’inizio del secondo tempo, un redivivo Galles (sotto 0-17) cerca la meta e forse riesce a ottenerla. Difficile, però, giudicare al volo. Il fischietto bresciano non ha certezze sul meta-non meta; di più, non esprime nemmeno impressioni. E questo dice al Tmo (nella circostanza, il francese Eric Gauzins), aggiungendo che però gli interessa anche controllare la posizione del 5 verde (Beirne) nel raggruppamento.
Si riesamina l’intera situazione, si accerta che il “grounding”, cioè il tocco del pallone a terra, non c’è stato, ma si verifica anche il comportamento irregolare del giocatore irlandese. Risultato: la meta viene assegnata, sì, ma è meta tecnica, e Beirne prende un cartellino giallo. Nella massima serenità, i verdetti più soddisfacenti.
Nella foto qui sopra Marius Mitrea, Referee Development Officer della federazione italiana (al centro), con Andrea Piardi (a sinistra) e Gianluca Gnecchi, all’Aviva Stadium di Dublino