“Zona d’ombra” è un bel film di otto anni fa: il patologo Bennet Omalu (Will Smith) scopre i danni cerebrali irreversibili che hanno colpito alcuni giocatori dei Pittsburgh Steelers. La Nfl prima lo ignora, poi lo ostacola facendo ricorso a una “longa manus” che si allunga anche a livello politico. Infine, deve accettare la verità. Il football può portare patologie drammatiche, letali. I 765 milioni di dollari che la corporazione è stata costretta a pagare sono la conseguenza di questa indagine.
La causa aperta da un sempre più vasto numero di giocatori contro World Rugby, Rfu e Wru si arricchisce ogni giorno di nuovi nomi, di nuovi drammi. L’ultimo ad unirsi a un gruppo che oggi conta su 295 ex-giocatori è Andrew Coombs, avanti del Newport e del Galles: il 6 Nazioni 2013 appartiene anche a lui.
Coombs ha 39 anni e “qualche mese fa mi hanno diagnosticato encefalopatia traumatica e demenza. Può sembra strano ma davanti a un verdetto tanto duro, il mio spirito continua a essere alto”.
Nel lungo elenco che comprende Steve Thompson, campione del mondo vent’anni fa con l’Inghilterra (“Non ricordo nulla. Davvero ho sollevato la Coppa?”), Michael Lipman, Alix Popham, Gavin Henson, compare anche il nome di Phil Vickery, capitano dell’Inghilterra.
Tutti, famosi e meno famosi, collocati in fasce di età che vanno dai 30 a poco più di 50 anni, denunciano la negligenza che hanno subito e che li ha portai a soffrire di vuoti di memoria, difficoltà nell’equilibrio, stato confusionale sino agli esiti più drammatici: l’encefalopatia derivante da scontri in partita e in allenamento, il Parkinson, la demenza.
In un formale comunicato congiunto World Rugby, Rfu e Wru dichiarano di perseguire la salute dei giocatori attraverso la ricerca e lo sviluppo della scienza per assicurare sicurezza a tutti i livelli.
Il processo, se mai ad esso si arriverà, sarà drammatico: “durante la tua carriera sportiva hai consumato alcool – chiederanno ai giocatori gli avvocati difensori delle tre istituzioni per cercare di scagionarle dalla colpa di negligenza -. Hai assunto antidolorifici, sei mai stato obbligato a giocare contro la tua volontà…?”. Comunque vada a finire ci sarà uno sconfitto sicuro: il rugby.
Nella foto di Pauline Ballet (World Rugby/World Rugby via Getty Images) un contatto pericoloso tra D’Angelo Leuila di Samoa e Ryoto Nakamura del Giappone durante un match della recente Coppa del Mondo a Tolosa.