La volontà di World Rugby di aumentare pubblico e base, con più paesi coinvolti nel movimento, ha portato alla decisione di alzare da 20 a 24 il numero delle squadre partecipanti ai mondiali, a partire dalla Coppa del mondo 2027 in Australia, e alla creazione di nuove competizioni internazionali. Dal 2024 partirà la Pacific Nations Cup con Canada, Figi, Giappone, Samoa, Tonga e Stati Uniti e poi dal 2026 una nuova manifestazione che vedrà incontrarsi da una parte le partecipanti al Sei Nazioni, più le quattro del Rugby Championship e altre due da selezionare e dall’altra 12 “emergenti” con un sistema di promozione e retrocessione dal 2030.Il torneo dei paesi che si affacciano sul “Pacifico” può essere l’occasione per queste nazionali di avere una maggiore continuità e più possibilità di confronto a livello internazionale anche se il vero confronto con le nazionali più forti potrebbe essere, per assurdo, ancora più raro.
Per quanto riguarda il mondiale a 24 squadre, la decisione è stata accompagnata dalla riduzione della durata del torneo – da sette a sei settimane (ma sempre sette weekend), l’edizione del 2027 sarà infatti disputata tra il 1 ottobre e il 13 novembre – e dall’introduzione degli ottavi di finale (6 gironi di quattro squadre, passeranno il turno le prime due di ciascun girone, più le quattro migliori terze). Più partite in un tempo più ristretto, con la garanzia da parte di World Rugby di mantenere comunque la finestra di recupero prevista tra un match e l’altro.
Qui sembra che si strizzi l’occhio alle tv – dando comunque eventualmente la possibilità di vedere più partite dal vivo a chi decide di godersi il mondiale sul posto. Visto il livello di alcuni incontri ai mondiali di Francia 2023, viene il dubbio che allargando il numero di squadre, possa aumentare anche il numero di partite con risultati da pallottoliere.
In questo momento, le prime 24 del ranking, oltre alle 20 che hanno preso parte alla Coppa del Mondo in Francia, comprendono anche la Spagna, gli Usa (che organizzeranno il Mondiale del 2031), il Canada e Hong Kong. Ma attenzione, immediatamente sotto il ventiquattresimo posto ci sono la Russia, il Brasile, l’Olanda e la Svizzera. Ecco pensare alla Svizzera in lizza per la Coppa del mondo fa un po’ effetto. Certo il passaggio agli ottavi delle migliori terze offrirà una chance in più all’Italia di passare il turno, ma non ancora di arrivare ai quarti che sono l’obiettivo degli Azzurri dalla prima edizione del torneo.
L’altra faccia della medaglia è che più squadre potranno affacciarsi a un palco globale, più si potranno coinvolgere gli appassionati. La speranza è che l’avvio di queste nuove competizioni accompagni anche una crescita del livello tecnico di tutto il movimento, permettendo un maggiore equilibrio tra le formazioni in campo. Certo che a guardare alcuni risultati dell’Italia da quando è entrata nel Sei Nazioni, il timore che questa crescita sia di difficile realizzazione è lecito. E venendo proprio alle squadre del Sei Nazioni, saranno coinvolte in questa nuova iniziativa con le altre big mondiali e un buon numero di “emergenti”. Anche se non è chiarissimo come queste ultime saranno coinvolte, oltre alle due che entreranno a far parte della fascia uno. Ben venga il tentativo di dare certezza di calendario a tante squadre che hanno poche possibilità di giocare regolarmente a livello internazionale, senza però andare a cannibalizzare altri spazi o a sovrapposizioni che rischiano di diventare controproducenti. Il pensiero va alla manifestazione di rugby femminile WVX giocata negli stessi giorni del mondiale maschile in Francia.
Foto della Coppa del mondo (foto di Phil Conrad – World Rugby/World Rugby via Getty Images)