Italia-Giappone, 24-25: l’analisi

La nazionale femminile è stata battuta di misura (25-24) dal Giappone nell’amichevole di preparazione al WXV2 che si aprirà il 13 Ottobre a Stellenbosch contro le stesse avversarie. È stato un incontro dai due volti: nel primo tempo le giapponesi hanno risposto con quattro segnature alla meta iniziale su drive di Vittoria Vecchini, portandosi sul 22-7; nella ripresa la reazione azzurra ha portato a tre mete di pregevole fattura con Granzotto, ancora Vecchini, e Ostuni Minuzzi, mentre il Giappone ha risposto con un solo calcio piazzato. Questo è bastato purtroppo a fare la differenza, visti i nostri errori al piede. Da questo punto di vista non ha aiutato la sostituzione dopo il primo tempo di Capomaggi, che aveva trasformato la prima meta azzurra da posizione piuttosto angolata. Va detto però che la partita ha avuto un carattere fortemente sperimentale. L’Italia l’ha affrontata con una formazione alquanto rimaneggiata, in parte per infortuni che non saranno ricuperabili neanche per WVX2 (Arrighetti, Franco, Sgorbini), in parte per la (saggia) scelta di risparmiare molte delle veterane in vista del torneo sudafricano. Non è facile fronteggiare l’assenza simultanea di giocatrici del calibro di Gai, Giordano, Tounesi, Rigoni e Sillari. Le difficoltà nel primo tempo possono spiegarsi in buona misura con l’assenza di abitudine alla partita (le giapponesi avevano giocato quattro test, due in luglio in Spagna, e due in settembre contro Figi, noi soltanto lo spareggio di fine luglio con le iberiche per accedere appunto a WXV2).  Non ha poi aiutato il fatto che varie atlete fossero esordienti (Cavina) o con un numero limitatissimo di caps, ottenuti tutte dalla panchina (Frangipani, Granzotto, Ranuccini), e quindi meno integrate con le altre. Va detto peraltro che le nuove arrivate si sono ben comportate, non soltanto la player of the match Ranuccini. In realtà l’incontro ha dato diverse indicazioni positive. La buona prestazione delle (quasi) esordienti suggerisce una certa profondità in un reparto, la terza linea, che negli ultimi tempi è stato martoriato da incidenti. Più in generale, la prestazione delle avanti è stata buona sia in mischia chiusa (solida su nostra introduzione, e con un inusuale carretto su introduzione nipponica che ha poi portato alla meta di Granzotto), sia soprattutto in rimessa laterale (i nostri lanci hanno funzionato bene e quelli giapponesi sono stati spesso rubati o perlomeno sporcati). Ci sono stati invece maggiori problemi nello sfruttare il possesso al largo, con il Giappone che ha rallentato l’uscita dei nostri palloni dai punti d’incontro e ha pressato efficacemente i nostri centri. Nel farlo le giapponesi si sono certamente adattate meglio della Azzurre al metro dell’arbitro Groizeleau: la disciplina (13 calci contro ed un giallo nel solo primo tempo) rappresenta un altro elemento su cui lavorare in vista dei prossimi impegni. Pacchetti molto fisici come quello sudafricano e statunitense potrebbero crearci seri problemi se avessero molte occasioni di driving maul nei nostri 22.

Le partite dell’Italia

13 ottobre, ore 14.00 – Italia-Giappone

20 ottobre, ore 16.30 – Italia-Sudafrica

28 ottobre, ore 17.00 – Italia-Usa

Queste le convocate per la trasferta sudafricana