“Uscita dai propri 22 più pragmatica”. Gonzalo Quesada sarà nuovo ct della nazionale dal 1 gennaio 2024, ma di fatto lo è già. E indica subito la strada che vuole prendere in quella fase del gioco che molti hanno visto come un problema della gestione Crowley. L’11 dicembre vedrà i giocatori di interesse nazionale a Verona, due parole per conoscersi, ma anche per ascoltare la visione del gioco che hanno. Lui la sua ce l’ha bella precisa. “Sono considerato un allenatore britannico, mi piace la cura dei particolari, programmare bene, ma non ho niente da insegnare agli italiani sul piano della passione. Dell’Italia che ha forgiato Kieran Crowley mi piace molto la filosofia di attacco e non cambieremo questa peculiarità della squadra. Ma credo che occorra applicarla in certe situazioni, in certi momenti, in alcune parti del campo”. E ancora: “Dobbiamo definire quale sia l’identità dell’Italia di oggi”. Niente proclami, ma un credo universale: “Siamo professionisti e il nostro obiettivo è la vittoria. Quello che mi dispiace è che fra qui e il Sei Nazioni (esordio a Roma contro l’Inghilterra il 3 febbraio) io vedrò gli azzurri solo due giorni prima del raduno (stage a Verona dal 3 al 5 gennaio). E’ poco tempo, ma faremo con quello che abbiamo”.
49 anni, una compagna nutrizionista, andrà a vivere vicino a Milano “perché lì abbiamo amici argentini e perché sarà più comodo per mia moglie. Poi devo essere vicino alle Zebre e al Benetton con cui conto di collaborare, e alle altre squadre della Serie A Elite”. Sarà il primo argentino a guidare la nazionale, e prima di accettare ha sentito Sergio Parisse, che ha allenato per quattro anni allo Stade Français “il mio capitano”, ma anche Castrogiovanni e altri ex azzurri. Vedrà lo staff uscente ai primi di dicembre. “Ascolterò la loro visione del gioco e poi decideremo se lavorare insieme”. E’ andato a vedere i mondiali Under 20 in Sudafrica e pensa che accademie e centri di formazione siano decisivi per lo sviluppo del rugby. “Ci siamo guardati a torno a lungo – dice Marzio Innocenti, presidente Fir – alla fine eravamo arrivati a due nomi. Gonzalo ci è sembrato la scelta giusta”. L’altro contendente era Laurent Travers che, con Laurent Labit aveva preso l’eredità di Gonzalo Quesada al Racing Metro.
Nella foto, Gonzalo Quesada ( a sinistra), con il presidente del Coni, Giovanni Malagò