Agli ultimi campionati del Mondo di calcio, organizzati in Qatar, hanno preso parte 32 squadre e, nella fase a gironi sono state disputate 48 partite.
La due terminate con lo scarto maggiore sono state Spagna-Costarica, 7-0, e Inghilterra-Iran, 6-2.
Nelle prime 14 partite di France 2023, tre match (Nuova Zelanda-Namibia, Sudafrica-Romania e Irlanda-Romania) si sono concluse con un margine tra le due squadre di almeno 10 mete, mentre altre due (Italia-Namibia e Irlanda-Tonga) hanno visto i vincitori superare gli sconfitti con almeno sei mete di vantaggio. Altre due, Giappone-Cile e Samoa-Cile hanno messo tra le due formazioni quattro mete, almeno 30 punti di differenza.
In dieci edizioni la Coppa del Mondo di rugby non riuscita a portare alla propria fase finale più di 26 squadre in totale (la ventiseiesima, quest’anno è il Cile) e solo 13 sono arrivate ai quarti di finale.
Il rugby resta un gioco esclusivo, che non permette a molti paesi di stare alla pari con le formazioni più quotate.
Il tentativo di World Rugby di allargare i confini del gioco, finora non ha avuto i risultati sperati: nonostante le coraggiose prove dell’Uruguay con la Francia e del Portogallo con il Galles, le differenze tra i pesi massimi e gli altri rimangono molto grandi. Servono idee nuove, oppure il rugby resterà sempre esclusiva dei soliti noti. Non c’è niente di male, ma da qui a considerarlo un gioco globale ce ne passa eccome. Il Mondiale di basket quest’anno ha fatto registrare il settimo vincitore (la Germania) in diciannove edizioni. Il rugby è fermo a quattro (Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica e Inghilterra) e, soprattutto in finale non sono arrivate più di cinque squadre, le quattro vincitrici e la Francia. Meditiamo, rugby fans, meditiamo.
Nella foto di Adam Pretty – World Rugby/World Rugby via Getty Images, Grant Williams autore di due mete nel match tra Sudafrica e Romania