di Mario Diani
La terza giornata del Sei Nazioni femminile può essere vista come un’ulteriore conferma – casomai ce ne fosse bisogno – del vecchio principio che il possesso è importante, ma soprattutto è importante quel che se ne fa, e quel che si lascia fare alle avversarie. L’esempio più limpido è arrivato da Parma dove l’Irlanda ha avuto il 62% del possesso ed il 66% del territorio ma ha perso 24-7 contro un’Italia bellissima a tratti ma in altri momenti quasi spaventata dalla sua chiara superiorità. Complice una certa fallosità soprattutto sui punti d’incontro (14 calci di punizione concessi, di cui 9 nel primo tempo, contro 6), le azzurre hanno lasciato per lunghi tratti l’iniziativa alle avversarie. Che l’unica segnatura irlandese sia arrivata da una meta tecnica, concessa (piuttosto severamente) per crollo della mischia, dipende da vari fattori: in primis l’eccellente prova difensiva italiana, con 94% di placcaggi riusciti (202 su 216), a fronte di un 70% (67 su 95) irlandesi; e poi la mancanza di idee della linea arretrata, che ha chiaramente sofferto l’assenza del robusto contingente destinato almeno per quest’anno al Seven, e una certa sicumera nel non calciare punizioni da posizioni molto favorevoli. La causa italiana non è stata aiutata da una touche tornata ai livelli dell’incontro con la Francia. La percentuale di rimesse laterali vinte sul proprio lancio (73% contro il 69% irlandese) non dice l’intera storia in quanto molti palloni sono stati smanacciati e sono stati rari i possessi di qualità. Ciò nonostante, quando l’Italia si è messa in moto ha prodotto azioni di grande pregio. Tra queste ovviamente quelle che hanno portato alle mete segnate da Stefan nel primo tempo, concludendo un attacco in prima fase dell’intera linea arretrata, e dalla player of the match D’Incà a inizio e fine della seconda frazione – in questi ultimi casi con esempi di ottima manualità da parte di avanti come Maris, Tounesi, Duca e Vecchini. Tenendo conto anche di altri aspetti positivi come un gioco al piede assai migliorato, l’affidabilità di Sillari (4/4) dalla piazzola, e l’ottima prestazione di giocatrici che solitamente partono dalla panchina come Capomaggi (al debutto internazionale come estremo) e Locatelli, sono numerosi i motivi per guardare con cauto ottimismo al prosieguo del torneo.
Il “cauto” ottimismo è corroborato anche dall’andamento delle altre due partite. Il Galles contro l’Inghilterra così come la Scozia contro la Francia hanno avuto una quota assai ampia di possesso (58% nel primo caso, 50% nel secondo), senza però capitalizzare in alcun modo. In un Arms Park che ha battuto con 8000 spettatori ogni record di presenze nel Principato per un incontro femminile, il Galles ha tenuto le inglesi sotto enorme pressione per l’intero primo tempo grazie alla potenza delle sue avanti ma guadagnando soltanto tre punti. Le Red Roses hanno dovuto aspettare sino al 26’ per marcare la prima meta con il mediano Lucy Packer, aggiungendone altre due (tra cui una sensazionale della solita Abby Dow, questa volta schierata all’ala) prima della pausa. Poi si sono scatenate marcando altre sei mete e quaranta punti senza risposta nella ripresa, pur essendo state per alcuni minuti in doppia inferiorità numerica. Andamento identico nell’incontro di Vannes, dove le francesi hanno subito per i primi venti minuti la pressione scozzese, dovuta ad una rimessa laterale efficace e ad una buona capacità di proporre fasi dopo fasi, senza però concedere punti e marcando tre volte (praticamente ad ogni visita nei 22 avversari). Nel secondo tempo le transalpine hanno dilagato con altre sei realizzazioni pesanti (tre in totale per l’estremo Boulard), mentre la Scozia ha ceduto completamente sia dal punto di vista fisico che da quello dell’organizzazione di gioco. L’ampiezza delle sconfitte delle nostre prossime rivali non deve illuderci: in particolare, sarà essenziale una migliore accuratezza nelle fasi di conquista del pallone per uscire vittoriose dagli ultimi appuntamenti del torneo, in specie quello con il Galles. Al tempo stesso, le auto-rappresentazioni delle gallesi come terza forza delle Six Nations sembrano aver ricevuto per il momento un certo ridimensionamento. (ha collaborato Giacomo Bagnasco)
Nella foto (Federugby/Getty Images), Alyssa D’Incà sfugge a Anna McGann. In sostegno, Veronica Madia e Alice Capomaggi.
I risultati della terza giornata
Galles v Inghilterra 3-59
Italia v Irlanda 24-7
Francia v Scozia 55-0
La classifica
POS | TEAM | Vinte | Pari | Perse | PF | PS | DIFF | Mete F | mete S | Punti |
1 | INGHILTERRA | 3 | 0 | 0 | 185 | 15 | 170 | 31 | 2 | 15 |
2 | FRANCIA | 3 | 0 | 0 | 130 | 15 | 115 | 21 | 2 | 14 |
3 | GALLES | 2 | 0 | 1 | 68 | 86 | -18 | 10 | 13 | 10 |
4 | ITALIA | 1 | 0 | 2 | 41 | 97 | -56 | 6 | 16 | 4 |
5 | IRLANDA | 0 | 0 | 3 | 15 | 108 | -93 | 2 | 17 | 0 |
6 | SCOZIA | 0 | 0 | 3 | 29 | 147 | -118 | 4 | 24 | 0 |