Non sono bastate agli Azzurri cinque mete per battere una Francia che ne ha realizzate solo tre.
Mai si ricorda in passato una selezione transalpina così in difficoltà in mischia davanti a un’Italia solida, robusta, quadrata e con un giocatore come Mey nella linea arretrata che ha creato minacce alla difesa avversaria ogni volta che ha avuto la palla in mano.
Le colpe dell’Italia? A parte la quattro trasformazioni mancate, compresa l’ultima che avrebbe permesso il sorpasso decisivo, il fatto più grave è stato l’incapacità di concretizzare appieno la doppia superiorità numerica, quando i francesi si sono trovati in 13 per i cartellini gialli a Castro e Nouchi.
In quel lasso di tempo gli Azzurri hanno marcato solo cinque punti, proprio con Mey.
Molto severo è apparso l’arbitraggio dell’australiano Keane in occasione della meta di punizione assegnata alla Francia, con cartellino giallo al pilone Aminu. Lo stesso rigore, forse, avrebbe dovuto essere applicato nei confronti della difesa francese nel finale di match, quando i Coqs si sono aggrappati a tutto ciò che era lecito (e anche all’illecito…) per difendere i sei punti di vantaggio con cui si erano affacciati al rettilineo finale.
Decisiva anche l’ingenuità di andare a marcare, a tempo scaduto, con Douglas alla bandierina, quando l’Italia disponeva di un vantaggio sotto i pali avversari che avrebbe potuto essere sfruttato per cercare di segnare da una posizione più favorevole per la trasformazione (poi sbagliata) di Bruniera.
Agli Azzurri non è mancato né il possesso (oltre 70%) né la capacità di mettere pressione sugli avversari. È mancata soprattutto l’esperienza di giocare punto a punto partite di livello internazionale.
Nessuno dei 23 della formazione schierata a Monigo da Brunello gioca stabilmente partite di questa intensità. Mey ha giocato una ventina di minuti in Champions Cup, con la maglia di Clermont contro gli Stormers, e Passarella ne ha giocati 14 in URC, col Benetton. Gli altri, giocano in Top10, in Serie A, qualcuno in Francia negli Espoirs, qualcuno non gioca quasi mai. E se vincere insegna a vincere, giocare soprattutto insegna a giocare. Soprattutto a livello internazionale.
ITALIA U20 v FRANCIA U20 27-28 (p.t. 17-20)
Italia U20: Mey; Gesi, Passarella, Bozzo (65’ Bruniera), Douglas, Sante, Battara (71’ Bozzoni); Rubinato (40’ – 47’ Taddei; 65’ Botturi), Odiase, Berlese (70’ Lavorenti); Mattioli, Turrisi, Gallorini (59’ Artuso), Quattrini (59’ Gasperini), Aminu (59’ Taddei).Head Coach: Brunello
Francia U20: Attissogbe; Moustin (72’ Fall), Mathiron, Depoortere (C), Benmegal; Raffy (Desperes), Tarel (58’ Zamora); Castro Nouchi, Jouanny (41’ Jegou); Liufau, Gambini (48’ Chinarro); Affane (Pakihivatau), Massa (58’ Lacombre), Parrou (28’ Penverne); Head Coach: Calvet
Arbitro: Keane (RA)
Cartellini: 38’ giallo Aminu; 47’ giallo Castro; 48’ giallo Nouchi
Marcatori: 8’ meta Berlese, t. Sante (7-0); 11’ cp Tarel (7-3); 21’ cp Tarel (7-6); 25’ meta Gallorini (12-6); 29’ meta Moustin, tr. Tarel (12-13); 33’ meta Rubinato (17-13); 38’ meta di punizione Francia (17-20). ST 50’ meta Mey (22-20); 64’ cp Desperes (22-23); 71’ meta Castro, (22-28); 80′ meta Douglas (27-28)
Nella foto (di Daniele Resini/Fotosportit), la meta di Mey.